"Con bacchetta e giacca bianca ho sfatato un brutto ricordo"

Renzetti è tornato allo Sferisterio dopo 27 anni per dirigere la Tosca: "La versione della Carrasco non va contro Puccini. Ho sposato le idee di Pinamonti: vogliamo che Macerata viva di musica tutto l’anno"

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Il maestro Donato Renzetti è tornato a Macerata dopo 27 anni e ha ricominciato lì da dove aveva finito: dirigendo la Tosca. Ma questa volta, a differenza di quel 1995 passato alla storia per il colpo di pistola che ferì veramente il tenore Fabio Armiliato che vestiva i panni di Cavaradossi, tutto è filato liscio e, le prime due rappresentazioni la scorsa settimana, si sono chiuse tra gli applausi.

Maestro, com’è stato tornare a Macerata?

"Ho accettato di tornare proprio perché avrei diretto la Tosca – racconta il direttore musicale del Macerata Opera Festival e direttore musicale della Tosca - e mi sono messo una giacca bianca per sfatare quell’episodio che tutti ricordano. Il ritorno è stato emozionante e sono stato accolto bene da tutti, il progetto sta prendendo forma e, nei prossimi anni, c’è la voglia di metterme in piedi altri".

Ci può anticipare qualcosa?

"Quest’anno oltre alla Tosca dirigerò anche un concerto con la Filarmonica Gioachino Rossini di Pesaro e l’idea che abbiamo condiviso con il direttore Pinamonti è di portare a Macerata le grandi orchestre. Questo non significa che non mi trovi bene con l’Orchestra Filarmonica della Marche con cui, invece, intendo continuare a collaborare, ma che vogliamo abituare Macerata alla musica, che non è solo quella dell’opera lirica. Inoltre non capisco perché non si possa cominciare a fare qualcosa anche in inverno, sfruttando il teatro Lauro Rossi. Macerata è una città universitaria e si potrebbe pensare a dibattiti o incontri in cui sviluppare i temi che verranno trattati in estate. Il nostro compito è anche creare il pubblico del domani e, se in inverno riusciamo a preparare un terreno, credo che sarà già un ottimo successo. Dobbiamo mettere insieme tradizione e innovazione".

Lei dirige una Tosca con un allestimento molto particolare, che mette insieme opera e cinema. Cosa ne pensa della scelta della regista Carrasco?

"Sono convinto che non si possa fare sempre la solita Tosca, ma ho accettato di dirigere quest’opera perché la scelta della Carrasco non va contro la musica di Puccini. Negli anni mi è capitato di rifiutare direzioni in cui l’opera veniva completamente dissacrata. Nessuno si sognerebbe mai di cambiare la Gioconda, invece, con l’opera c’è sempre questa tentazione, una volta perché lo fanno i registi, una volta perché lo fanno i direttori d’orchestra, una volta perché lo fanno i cantanti, ma io quando vedo qualcosa che è fuori dalle mie corde, evito proprio di accettare. Questa Tosca, invece, è innovativa, ma rispettosa della musica di Puccini".

Oltre alla Tosca, domani dirigerà anche un concerto appunto con la Filarmonica Rossini che, anche in questo caso, mixa opera e cinema.

"Il concerto non è a caso, perché abbiamo cercato musiche collegate in qualche modo all’esperienza di Puccini. Così proporremo la colonna sonora di Star Wars, seguita da ’An American in Paris’ di George Gershwin, visto che Puccini ha avuto anche esperienze di vita in America e la Sinfonia n. 9 op. 95 ’Dal nuovo mondo’ di Antonín Dvorák, perché Puccini con la sua Tosca ha fatto un po’ una rivoluzione, ha dato il via a una nuova epoca, un nuovo mondo".