"Condizionatore troppo rumoroso". Minacciate negoziante e figlia

"Aggredite verbalmente da una donna sotto casa". Scatta la diffida degli avvocati: la ragazza è finita anche all’ospedale

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Ha cambiato bersaglio la donna che vive in una palazzina a ridosso del centro storico, già indagata per il reato di stalking condominiale nei confronti di una coppia. Stavolta, infatti, se la sarebbe presa con una negoziante della sua stessa via. Tutto è partito da un impianto di aspirazione a vortice, installato il mese scorso dalla titolare per mantenere climatizzato il locale. Ed è finito con la figlia 20enne della commerciante in ospedale, dove è rimasta dal 26 al 29 giugno, in seguito alle minacce e alle molestie che avrebbe ricevuto dalla donna. Così, la madre si è rivolta agli avvocati Lolita Felicetti e Giulia Falaschini, che hanno scritto una lettera alla donna "per diffidarla dal continuare in questi illeciti comportamenti". Altrimenti le due legali procederanno nelle opportune sedi. "Le problematiche riguardano la violazione non solo delle regole di buon vicinato e convivenza civile, ma si spingono fino a molestie e minacce – esordiscono gli avvocati –. Tutti i condomini sono stati interpellati in merito all’installazione dell’impianto e nessuno si è opposto, a eccezione della donna, che si è rivolta all’amministratore di condominio, lamentandosi per l’eccessivo rumore. Allora la negoziante ha rassicurato l’amministratore, dicendo che avrebbe tenuto spento il climatizzatore di notte. Nonostante ciò, la donna ha più volte aggredito verbalmente la nostra assistita nel parcheggio condominiale e poi, anche alla presenza di alcuni clienti, fuori dal negozio. Non soddisfatta, una sera si è recata davanti alla sua abitazione (in un altro Comune, ndr). In quel contesto, è stato il marito a subire molestie e aggressioni verbali. La donna non si è limitata a molestare la nostra assistita e il marito, ma anche la figlia. Per lo stress psicofisico, la ragazza è stata ricoverata quattro giorni all’ospedale di Macerata". La giovane ha 90 giorni di tempo per riflettere se sporgere, o meno, la querela.

Lucia Gentili