Condominio di via Rosati: via alla demolizione

Schiavoni: "Ricostruzione che si lega alla tradizione maceratese e con un design che si rifà alle architetture milanesi"

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Dieci famiglie uscite dai loro appartamenti inagibili dal 2017, che ora vedranno demolire e ricostruire il palazzo dove hanno vissuto per anni. Inizierà a breve, infatti la demolizione dell’immobile di via Rosati 11 terzo, dopo quello di via Rosetani e via Barilatti, che sarà abbattuto e ricostruito in città grazie agli incentivi sisma e superbonus. A occuparsi della progettazione gli architetti Michele Schiavoni e Marco Maria Sancricca, la geometra Romina Schiavoni, l’ingegnere Michele Angeletti per la parte strutturale e l’ingegnere Massimiliano Marcolini per l’impiantistica. I lavori, invece, saranno affidati a un raggruppamento temporaneo di imprese composto dalla Sardellini costruzioni srl di Macerata e dalla Coccia Vincenzo di Teramo.

"Il palazzo è stato dichiarato inagibile nel 2017 con un’ordinanza per danni gravi (E) e, a dicembre di quello stesso anno, Stefano Serafini, amministratore del condominio, mi chiamò per chiedere se fossi interessato a seguire i lavori di riparazione dei danni – spiega l’architetto Schiavoni -. Una volta eseguiti i primi sondaggi sulla struttura, però, ci siamo subito resi conto che il calcestruzzo era di pessima qualità, per cui abbiamo optato per un intervento più radicale che dovrà passare attraverso la demolizione e ricostruzione per rendere il palazzo sismicamente più sicuro e ad alta efficienza energetica". L’idea, però, non è stata accolta subito con favore da alcuni condòmini preoccupati nel veder demolire le loro abitazioni, da cui sapevano quando erano usciti, ma non quando sarebbero potuti rientrare. "Per questo è stato avviato un percorso di confronto, di condivisione e, anche grazie al fatto che con la legge sul Superbonus gli accolli sarebbero diventati praticamente pari a zero, i proprietari hanno compreso l’occasione che avevano di fronte – aggiunge Schiavoni -. Così siamo partiti con la progettazione architettonica e ipotizzato un edificio che si lega molto alla tradizione maceratese per l’utilizzo del laterizio, ma che avrà un design che si rifà alle architetture milanesi. In questa occasione vorrei ricordare anche l’ingegner Guglielmo Cervigni che doveva accompagnarmi per la definizione della parte strutturale e che invece non è più con noi perché purtroppo se ne è andato lo scorso anno".

Il progetto, per complessivi 5 milioni 670mila euro, prevede la demolizione dei quattro piani del palazzo (oltre al piano seminterrato dove ci sono i garage) e la ricostruzione in un massimo di due anni e sei mesi a partire dell’allestimento del cantiere. Quindi per l’estate del 2025 dovremmo vedere completata la nuova costruzione in cemento armato che avrà "sistemi di riscaldamento e raffrescamento che sfruttano l’energia elettrica, per cui non avremo necessità di andare con il gas su ogni abitazione – ha aggiunto Marcolini -. Ci saranno pannelli fotovoltaici, di modo che ogni unità avrà la sua produzione di energia elettrica e un subcollettore solare per la produzione di acqua calda".