"Coprifuoco a mezzanotte? Fate presto"

Il governo pronto a concedere due ore di libertà in più, baristi e ristoratori scalpitano: clienti scoraggiati, basta cene col cronometro

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di Marta Palazzini

"Se slitta il coprifuoco, potremo fare la cena senza cronometro". In questi giorni il governo sta discutendo sulle nuove norme che dovrebbero entrare in vigore dal 17 maggio, visto l’andamento epidemiologico più favorevole e il prosieguo della campagna vaccinale: tra le novità, potrebbe essere rivisto anche l’orario del coprifuoco, che potrebbe essere in vigore non più dalle 22, ma dalla mezzanotte. Il coprifuoco alle 22 rappresenta uno degli ostacoli maggiori per le attività di somministrazione, ma anche e soprattutto per quelle di ristorazione, visto che in queste settimane sono state costrette a controllare costantemente l’orario, oppure a cronometrare la cena dei propri clienti per non rischiare di violare le restrizioni. "Il coprifuoco dalla mezzanotte sarebbe già una gran cosa – dice Giovanni Moretti della pizzeria Da Giovanni –. Al momento stiamo lavorando con un solo turno serale: in primis perché non c’è la possibilità, ma poi non c’è nemmeno richiesta. Per qualche cliente è un deterrente, perché sa che se viene a cena deve correre, mentre per altri non è nemmeno possibile venire, perché se si lavora fino alle otto, come fa a fare in tempo? Se una persona va al ristorante o in pizzeria, esce per trascorrere una serata in tranquillità, e non con la fretta".

"Per noi sarebbe una cosa molto positiva, il coprifuoco ci penalizza tanto – spiega Mattia Baldoni dell’Osteria Agnese –. In questo periodo le persone si sono godute di più il pranzo fuori, per quello infatti siamo ripartiti bene; ma la sera non abbiamo lavorato per niente, le persone non vengono alle 19: proprio sabato ho mandato via un gruppo di giovani che volevano mangiare qualcosa dopo le nove, sarebbe stato impossibile". Anche per i bar lo slittamento del coprifuoco sarebbe una prova di ripartenza dell’attività del dopo cena. "Si darebbe qualche possibilità in più a quelli come noi di lavorare la sera, in un modo anche migliore di adesso – aggiunge Francesca Giovenali de Il caffettone –. Adesso stiamo lavorando sempre con l’orologio tra le mani, con la paura e l’ansia di scattare nella violazione del coprifuoco. Sarebbe un passo avanti, con la speranza che le persone siano più consapevoli e responsabili, noi ce la mettiamo tutta".

"Oltre all’aperitivo, ci consentirebbe di lavorare un po’ anche dopo cena – sottolinea Daniele Taccari del bar Ezio –. Con il coprifuoco alle dieci, non si usciva per niente di casa, invece questa sarebbe un ripartenza per l’attività serale". Alcuni operatori, invece, sottolineano come il disagio più rilevante sia la mancanza dei lavoratori in città, ancora a casa con lo smart working. "Siamo passati da 40 pasti a farne seisette – raccontano Mimmo Vigilante e Andrea Alessandrini del Caffè del viale –. La maggior parte della nostra clientela è ancora a casa con lo smart working, è quello che più ci sta penalizzando".