Coronavirus Macerata, guarita bimba di 21 mesi. "Siamo fuori dall’incubo"

Anche la mamma infermiera era risultata positiva, ma oggi torna in corsia. “Settimane di angoscia e preoccupazioni, ora posso rientrare al lavoro’’

Guarita la bimba di 21 mesi positiva al Covid, la mamma infermiera potrà tornare in corsia

Guarita la bimba di 21 mesi positiva al Covid, la mamma infermiera potrà tornare in corsia

Macerata, 18 maggio 2020 – "Finalmente siamo usciti dall’incubo, è finita". Ora è felice la mamma della bambina di appena 21 mesi che era risultata positiva al Coronavirus . Dopo 41 giorni di isolamento e di forte stress, ecco la luce in fondo al tunnel. Tutta la famiglia della bambina era risultata contagiata dal Covid-19, ma ora sono tutti negativi, per fortuna: la mamma, infermiera nel blocco operatorio dell’ospedale di Macerata (in questo periodo di emergenza, però, era in prestito al pronto soccorso), il papà e i nonni, Sistino Tamagnini, infermiere in forza al 118 di Macerata, e la compagna, infermiera a Tolentino e di recente impegnata nell’Adi (l’assistenza domiciliare).

Quarantuno, lunghissimi giorni nell’incertezza, con la paura addosso, soprattutto per la più piccola della truppa. Le notizie riguardo agli effetti del Covid-19 sui bambini non sono ancora molto chiare. "Abbiamo vissuto nell’ansia – spiega la mamma –. Avevo letto che alcuni bambini risultati positivi avevano sviluppato qualche sintomo oppure dovevano fare i conti con delle conseguenze della malattia, eravamo preoccupatissimi, finché non abbiamo saputo che la nostra bimba era guarita completamente ". Sabato mattina, è arrivata la comunicazione dell’ufficie igiene, poi l’invio del certificato di guarigione. "In quel momento in casa c’è stata una vera e propria esplosione di gioia – racconta la mamma –, ci siamo guardati e abbiamo sorriso, poi ci siamo abbracciati tutti e per festeggiare la sera ho fatto la pizza . Anche mia figlia l’ha mangiata, e con gusto".

Per fortuna, la piccola è stata sempre piuttosto bene, senza dei sintomi apparenti. "Un momento brutto era l’esecuzione del tampone – ricorda la mamma –, che le faceva male, lei era disperata". Ieri, la famigliola si è dedicata a una piccola uscita, prove di normalità dopo un periodo davvero difficile. "In tutto questo tempo, in cui lei non ha mai potuto interagire con gli altri bambini, abbiamo fatto qualche videochiamata, io e le altre mamme, per farle vedere tutti gli amichetti, ne sono venuti fuori dei lunghi dialoghi nella loro lingua incomprensibile".

Un aspetto positivo, forse l’unico, fa notare la mamma, "è stato di avere avuto la possibilità di p assare moltissimo tempo insieme , io, lei e il mio compagno". "Mi sono ritrovata a fare delle cose che non avrei mai pensato – sorride l’infermiera –, come dare calci a un pallone per farla divertire. Mi sono ripromessa di trovare sempre, anche con la stanchezza del lavoro, del tempo per giocare insieme, senza pensieri". A proposito di lavoro: oggi questa mamma torna in corsia, in ospedale. "Non vedo l’ora – ammette –, mi sono mancati i colleghi e devo dire che la coordinatrice mi è stata sempre accanto, ci è stata davvero molto vicina. Mi è mancato tanto anche il lavoro in sé, che ho svolto sempre con passione, e finalmente posso rientrare in sala operatoria ".

La nonna della piccola, invece, dovrà attendere ancora un po’ prima di potere tornare in corsia. "Ha ancora dei dolori articolari", spiega la figlia. Sistino Tamagnini, infermiere in forza al 118, il primo a risu ltare guarito in famiglia, tiene a ricordare le parole che Maria Grazia, una insegnante di psicologia della scuola degli infermieri di Macerata, aveva dedicato nei giorni del contagio alla piccola positiva senza sapere chi fosse. "Dedico queste foto (di cuccioli, conigli e oche, ndr) alla piccola positiva al Coronavirus, come i tuoi genitori e i tuoi nonni che lavorano in ospedale – ha scritto –. Loro assistevano i malati, rimuovendo le croste di solitudine, trasportavano i mendicanti d’aria nel tentativo estremo di bloccare l’emorragia di speranza . La vostra piccola è il vostro giglio, voi che non avete blindato il cuore, che avete donato la competenza e la salute".