Coronavirus, il lockdown del circo bloccato a Pollenza

L’Universal fermo dal 2 marzo a Casette Verdini. "Ci hanno aiutato tutti, spettacolo prima di partire"

Giuseppe D’Amico con i due cammelli (fotoservizio Pierpaolo Calavita)

Giuseppe D’Amico con i due cammelli (fotoservizio Pierpaolo Calavita)

Pollenza (Macerata), 13 maggio 2020 - È bloccato da settimane a Pollenza, dall’inizio dell’emergenza Coronavirus. A raccontare la situazione del Circo Universal è Derek D’Amico, figlio del titolare, Giuseppe. La moderna arte circense dal vivo è stata bloccata, con l’impossibilità di lavorare, la perdita di ogni tipo di introito e la necessità di continuare a sostenere gran parte delle ordinarie spese di gestione. Ed è qui che inizia a battere il cuore del Maceratese. Con un finale a sorpresa, da parte dei D’Amico.  

D’Amico, da quanto tempo siete bloccati a Pollenza? "Dal 2 marzo, saremmo dovuti restare quattro giorni per fare le rappresentazioni in un piazzale di Casette Verdini, un’area privata. Poi, però, è sopraggiunta l’emergenza Covid-19 con le disposizioni anticontagio del governo, e intanto siamo ancora qui. Veniamo da Roma, Zagarolo per la precisione. Il circo è composto da una quarantina di operatori e una quindicina di animali, tra cui due elefanti, due cammelli, lama, cavalli e pony". Come avete trascorso questi due mesi e mezzo? "Abbiamo montato una piccola tenda per tenerci in allenamento. Abbiamo ricevuto tanta solidarietà dalla gente del posto, come il sindaco (Mauro Romoli, ndr ), i volontari della Protezione civile, la Caritas, che ci hanno fornito aiuti alimentari e per gli animali. Anche il proprietario dell’area ci è venuto incontro, mettendo a disposizione lo spazio. Siamo stati contenti e meravigliati dai numerosi atti di generosità e vicinanza ricevuti. L’ultimo, ad esempio, è stato il carico di cento quintali di fieno donato da alcuni imprenditori agricoli del territorio tramite l’ente nazionale circhi e la Coldiretti". Com’è la situazione per lo stop forzato? "La difficoltà più grande è dovuta al danno economico, che ancora non siamo in grado di quantificare. Malgrado la chiusura, le spese vive ci sono sempre, come l’elettricità (a cui ha provveduto il sindaco), il pagamento degli operai, mantenere gli animali e accudirli ogni giorno. Il governo in questi giorni sta predisponendo un’eventuale riapertura per il nostro settore per i primi giorni di giugno, ovviamente con tutte le precauzioni e distanze. Rientriamo nella categoria spettacolo e, ad oggi, è tutto fermo. Se si potrà ricominciare, in vista dell’estate, penseremo agli spettacoli all’aperto". Quando lascerete Pollenza? "Non lo so, dipende proprio da quando sarà permesso spostarsi e potremo ripartire. Vogliamo lavorare, non vediamo l’ora. Credo che noi in questo momento siamo l’unica realtà che sta vivendo questa situazione nella provincia di Macerata. Prima di andare via, però, faremo sicuramente una cosa: uno spettacolo di beneficenza. Sarà il nostro modo di ringraziare le tante persone, che qui ci hanno aiutato". © RIPRODUZIONE RISERVATA