Coronavirus Macerata, "Ora la fase 2, test del sangue a tutti i medici"

Il direttore dell’Area vasta Maccioni: rivoluzionata la rete ospedaliera, ma la battaglia è ancora in corso

Il direttore dell’Area vasta 3, Alessandro Maccioni

Il direttore dell’Area vasta 3, Alessandro Maccioni

Macerata, 14 aprile 2020 - "La battaglia è ancora in corso. Posso dire, però, che grazie a medici, infermieri, operatori sanitari e alla solidarietà dei cittadini, il nostro sistema sanitario ha retto questa difficilissima prova. E mentre continuiamo a combatterla dobbiamo prepararci alla fase due". Alessandro Maccioni, direttore dell’Area vasta 3, traccia un primo consuntivo nella lotta al Covid-19 e annuncia le prime iniziative per organizzarsi, passato il momento più acuto. Come è stata contrastata l’epidemia? "Abbiamo dovuto far fronte a un’emergenza inedita, mai vista prima. Nell’arco di poco tempo abbiamo dovuto letteralmente rivoluzionare la rete ospedaliera – e non solo – per contrastare il contagio e curare i malati. Gli ospedali di Civitanova e Camerino sono stati trasformati in strutture Covid così, come, più recentemente, l’ex palazzina di Malattie infettive nell’area dell’ospedale di Macerata: in tutto circa 300 posti letto. Il numero dei letti di terapia intensiva e rianimazione nei tre presidi ospedalieri dell’Area vasta 3, Camerino, Macerata e Civitanova, è stato più che raddoppiato rispetto a quello ordinario. Tutte le prestazioni sanitarie sono state di conseguenza rimodulate, ma garantendo sempre gli interventi di urgenza e quelli indifferibili. Dietro a tutto questo ci sono le incredibili energie profuse da tutto il personale. Poi c’è stato il grande aiuto della società civile: le donazioni hanno sfiorato 1,4 milioni di euro. Circa 900mila euro sono stati spesi direttamente dai donatori per acquistare mezzi e strumenti che abbiamo indicato come necessari per le nostre strutture. Tecnologia che, una volta finita l’epidemia, rimarrà in dotazione al sistema sanitario". Quando inizia la fase due? "Ci stiamo già muovendo. Innanzitutto faremo uno screening di massa, sottoponendo gradualmente ai test sugli anticorpi i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, le guardie mediche e, poi, tutti i dipendenti dell’Area vasta 3. Già sabato abbiamo sanificato il percorso pulito del pronto soccorso dell’ospedale di Macerata. Ora tocca ai reparti di geriatria, pneumologia, chirurgia, emodinamica, radiologia, nefrologia, medicina A e B, gli spazi del day hospital dell’oncologia. Stessa operazione riguarderà i reparti di medicina, lungodegenza e gli spazi della week surgery nell’ospedale di San Severino. Interventi sono previsti anche a Recanati e nel percorso pulito del pronto soccorso di Civitanova. Un primo passo per riportare gli ospedali alla loro attività ordinaria, obiettivo che sarà reso più veloce dall’attivazione dei posti negli spazi della fiera di Civitanova". A che punto siamo? "Mi dicono che l’avvio dei lavori sia imminente. Tenendo conto dei cento posti previsti in questa struttura e di quelli già disponibili nella palazzina ex Malattie infettive a Macerata, possiamo già pensare al percorso da compiere. Ci sta già lavorando un apposito gruppo".

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C’è stato un anello debole, però, quello delle case di riposo… "Sì, purtroppo, anche se in qualche caso, penso a Sarnano, Macerata e Gualdo tanto per citare due esempi, gli ospiti sono risultati tutti negativi. In tutta l’Area vasta queste strutture sono una trentina, spesso realizzate in ex conventi o ex ospedali. Bisognerà, ovviamente, ripensare la loro organizzazione e renderle più adeguate e funzionali, anche per fronteggiare eventuali emergenze". A questo punto c’è chi sostiene che sia meglio abbandonare il progetto dell’ospedale unico… "Direi che è vero il contrario. Non servono tante strutture, ne servono poche, ma altamente qualificate. Un posto di terapia intensiva non è certo solo un letto, visto che ad esso sono strettamente correlati tutta una serie di servizi. Il progetto va avanti".