"Coronavirus, fine del contagio a metà estate nelle Marche"

L’epidemiologo Pompili: il virus può tornare, ma in forma più leggera. Già ora i nuovi casi sono asintomatici

Marco Pompili, responsabile dell’Osservatorio epidemiologico delle Marche

Marco Pompili, responsabile dell’Osservatorio epidemiologico delle Marche

Macerata, 12 giugno 2020 - Dal primo giugno a oggi, in 50 comuni su 55 della provincia il Covid-19 non si è fatto più vedere. Nuovi casi sono stati rilevati solo a Sant’Angelo in Pontano (3 casi), a Camerino (1) Pollenza (1), Monte San Giusto (1), Porto Recanati (1), insieme ad altri cinque comuni marchigiani. I positivi attuali, rispetto al totale dei 1.129 infettati dall’inizio dell’emergenza, sono 150, in rapida discesa (erano 545 il 14 maggio, 354 il 23 maggio, 294 il 30 maggio). Dati che confermano la specificità dell’andamento dell’epidemia in provincia di Macerata. "Meno intensa che nelle province di Pesaro e Ancona, ma più lunga e incostante", sintetizza Marco Pompili, responsabile dell’Osservatorio epidemiologico delle Marche.

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Ci spieghi… "La provincia di Macerata non ha mai avuto i picchi giornalieri di Pesaro. Però nei momenti di massima diffusione del virus, che sono arrivati più tardi rispetto al nord della regione, ha avuto valori alti, tra i 50 e i 60 casi al giorno, che sono durati molto, è stata più a lungo sul plateau. Questo spiega perché quando, tra l’8 e il 10 aprile in provincia di Pesaro l’incremento percentuale dei contagi era di circa il 2,5%, in quella di Macerata viaggiava tra il 5 e il 6%".

Avete a individuato l’inizio della diffusione del virus? "Possiamo assumere tre riferimenti: se guardiamo ai sintomi, l’inizio è collocabile tra il 10 e il 15 marzo, se prendiamo a riferimento il prelievo dei tamponi, allora siamo al 25 marzo; se guardiamo al picco dei referti positivi siamo ai primi giorni di aprile, gli stessi in cui al 118 della provincia arrivavamo tra le 20 e le 25 chiamate al giorno (il valore più alto, 31, è stato rilevato il 2 aprile), per problemi di carattere respiratorio o infettivo".

Che cosa ci dice sull’età dei positivi? "Due sono le fasce d’età più interessate: quella tra gli 82 e i 93-94 anni, specie nella prima fase, e quella tra i 49 e i 54 anni, in cui si concentra un’altra fetta importante di contagi, riferibile però in gran parte a maggio. Nella prima fase hanno avuto un peso significativo i focolai nelle case di riposo. L’età media rispetto al complesso dei positivi si è attestata sui 62-63 anni".

C’è qualche aspetto particolare? "Sì. Sono tre gli ultracentenari, uno dei quali è una signora del 1917, che a Macerata hanno sconfitto il Covid. E, con loro, ce l’hanno fatta non pochi ultranovantenni".

Quali sono stati i Comuni più colpiti dall’epidemia? "Sono quattro: Recanati, Macerata, Civitanova e Potenza Picena. Qui si concentra il 50% dei positivi della provincia".

Rispetto ai 166 decessi cosa si può dire? "I morti sono sempre troppi. Ma c’è un aspetto importante: in rapporto alla popolazione, la provincia di Macerata è sotto alla media italiana".

E adesso? "Adesso si sta giocando un’altra partita, che è quella di chiudere nel minor tempo possibile ogni cluster, anche quando si tratta di un solo contagio. Oggi siamo nelle condizioni, individuato un caso, di fare tempestivamente i tamponi a chi si ritiene sia stato in contatto con la stessa persona e, di conseguenza, bloccare il rischio di diffusione del virus. Il ministero indica un tempo di tre giorni come parametro tra il prelievo e il referto, ma in provincia di Macerata si va più veloci, due giorni al massimo".

Guardiamo avanti. Arriveremo in regione allo zero consolidato, rispetto a quello alternato di questi giorni? "La tendenza attuale mi dice che sì, ci arriveremo. Più o meno a metà estate. D’altro canto Ascoli è a zero da 25 giorni".

Cosa accadrà in autunno? "Nessuno può dirlo con sicurezza. Diciamo che questi virus tendenzialmente tornano, ma in forma possiamo dire più leggera. Già adesso gran parte dei nuovi positivi sono asintomatici. Ma se malauguratamente ci dovesse essere una seconda ondata, saremmo sicuramente più pronti a fronteggiarla".