"Coronavirus, Italia bloccata a 300 contagi al giorno. Bisogna riflettere"

L’infettivologo Alessandro Chiodera: nelle Marche e in provincia la situazione sta evolvendo bene

Alessandro Chiodera, direttore del reparto di malattie infettive dell'ospedale di Macerata

Alessandro Chiodera, direttore del reparto di malattie infettive dell'ospedale di Macerata

Macerata, 21 giugno 2020 - "In questo momento, qui da noi, nelle Marche e in provincia di Macerata, le cose stanno andando bene. È una situazione che fa ben sperare. Le confesso, però, che i cinque nuovi casi finiti in terapia intensiva nei giorni scorsi in alcune aree del nord, dopo settimane che non se ne verificavano, non mi sono piaciuti per niente, anche se si tratta di un numero esiguo". Alessandro Chiodera, direttore di malattie infettive all’ospedale di Macerata, è cautamente ottimista sull’andamento dell’epidemia. Ma avverte: "Il virus non è andato via, né si è attenuato. E non siamo fuori dal pericolo".

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Dottor Chiodera, partiamo dalla nostra situazione. "Nella palazzina Covid ex malattie infettive, nell’area dell’ospedale di Macerata, abbiamo ricoverati sette pazienti. Ma solo una è un’infezione recente e riguarda un residente dell’Hotel House. Negli altri casi si tratta di persone che anche a distanza di due mesi, non riescono a negativizzarsi. Questo, però, non vuol dire che siano ancora malate. La positività del tampone deriva dall’Rna, solo l’acido nucleico, non dal virus nella sua interezza, e questa può protrarsi nel tempo. Ma, ripeto, non significa che ci sia la malattia, né che questi siano automaticamente contagiosi. Per ora, però, ci si muove con estrema prudenza, visto che la discussione su questi aspetti è ancora in corso".

I nuovi contagiati, comunque, sono spesso asintomatici. "Sì è vero, oppure con sintomi molto modesti. Attualmente non vediamo più polmoniti. Ritengo però che questo sia da attribuire al fatto che nella stragrande maggioranza dei casi sono soggetti giovani. La riduzione del numero potrebbe essere dovuta anche al fatto che, nel frattempo, tanta gente si è immunizzata, appunto in modo asintomatico, ed è vero, come capitato in altre situazioni analoghe, che adesso il virus, diciamo così, dà meno problemi di prima. Però non è finita. E poi bisogna tenere alta la guardia".

Perché tanta cautela? "Nelle Marche per due giorni consecutivi registriamo contagi zero e decessi zero. Non possiamo, però, affrontare la questione limitatamente al nostro territorio, anche perché ormai sono stati eliminati i vincoli alla circolazione, e dunque aumentano i contatti. Ebbene, qualche giorno di più, qualche giorno di meno, i dati ci dicono che mediamente abbiamo quotidianamente in Italia 300 nuovi contagi. Siamo su questa soglia da almeno una decina di giorni, senza che scenda progressivamente verso lo zero: si alza o si abbassa, ma non scende continuativamente. È un fatto che fa riflettere e non può essere sottovalutato, anche perché si verifica in un momento, l’inizio dell’estate, in cui si creano condizioni sfavorevoli alla diffusione del virus. Cosa accadrà in autunno e inverno, quando i contatti saranno più stretti e si starà al chiuso?"

Teme la seconda ondata? "Tutti sperano che non si verifichi. Ma è bene sottolineare che stiamo parlando di una pandemia, di un virus che ha interessato e interessa tutto il mondo. Oggi noi, grazie alle misure di distanziamento e protezione adottate, stiamo andando bene, i contagi si riducono, sono pochi, per fortuna, nonostante i festeggiamenti per la Coppa Italia (per ora) e altri assembramenti che andrebbero evitati, anche se il distanziamento non può andare avanti all’infinito. Ma non possiamo ignorare quanto sta accadendo, ad esempio, in America Latina, in particolare in Brasile, e in altre parti del mondo. Credo sia chiaro a tutti, ormai, che il virus non conosce confini o, se li conosce, certo non li teme, visto che li supera con facilità, specie nel mondo globale. È importante, ma non sufficiente, che ci comportiamo bene noi, se poi non lo fanno anche gli altri. Per questo, la soglia di attenzione deve essere al massimo".