Coronavirus, toccante lettera al papà morto. "Sei stato un gladiatore"

Le parole di Andrea Cera al padre Alberto: a me restano il tuo esempio e i ricordi della nostra vita insieme

Il maceratese Andrea Cera con il padre Alberto, ucciso dal coronavirus

Il maceratese Andrea Cera con il padre Alberto, ucciso dal coronavirus

Macerata, 1 aprile 2020 - Pubblichiamo di seguito la lettera di Andrea Cera, figlio di Alberto, l’81enne di Macerata morto sabato per coronavirus all’ospedale di Civitanova. ********

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Caro papà, in questi giorni, almeno una volta, sono riuscito a dirti "Ti voglio bene" con tutta la mia forza senza filtri e inibizioni di sorta. Eri già in ospedale e stavi lottando come un gladiatore contro questo maledetto virus che ti ha strappato all’affetto dei tuoi cari. Non sono mai stato particolarmente espansivo – spesso me lo rimproveravi – ma l’altro giorno, proprio in quel frangente, la mia voce non ha esitato nell’esprimere quello che l’anima le suggeriva forse perché, nel profondo, intuivo che non ci sarebbero state altre occasioni e il nostro tempo insieme stava ormai per scadere. Ho detto "ti voglio bene" e ciò mi conforta così come mi consola esserti stato vicino, qui nella nostra casa, nei giorni in cui ti sei ammalato prima del ricovero.

Proprio per averti prestato assistenza oggi non ti potrò salutare: cambia poco, ti sento presente ovunque in ogni angolo di questa casa. Il dolore è forte, così come la paura. Sì, paura, perché nonostante la tua età e i relativi acciacchi eri ancora una colonna sulla quale talvolta avevo la necessità di potermi sostenere nonostante, a 39 anni, non sia di certo un bambino. Eri una roccia grazie al tuo carattere, ottimista, solare, un po’ guascone, quasi opposto e complementare al mio, certamente più cupo e ombroso. Avevi quella leggerezza che non mi appartiene e a cui mi aggrappavo nei momenti di difficoltà. Proprio oggi avrei bisogno del tuo spirito e della tua forza d’animo per vedere – come dicevi sempre tu – il "bicchiere mezzo pieno", certo che anche in questa situazione così difficile avresti saputo trovare le parole giuste per alleggerire il peso di questo dolore.

Stanno arrivando a me, Paolo e Cristina, tantissime attestazioni di stima da parte di parenti e amici ma anche di semplici conoscenti, sentitamente addolorati, che hanno riconosciuto le tue doti di generosità, altruismo e bontà. So che questo ti farebbe piacere. A me restano i ricordi: la tradizione del cinema il pomeriggio delle Vigilia di Natale, la partita vista insieme sul divano di casa, i pranzi domenicali e le ricorrenze trascorse insieme. E poi come dimenticare la nostra comune passione per la lettura e per il tennis, con te che sei sempre stato il mio primo e più grande sostenitore sin da quando, in tenerà età ho iniziato a praticare questo sport.

Ti ricordo sempre presente nei momenti più importanti della mia vita: la nascita delle mie figlie, tue adorate nipotine, il giorno del mio matrimonio, la cerimonia di laurea. Oggi questi immagini sono tormento e consolazione per la gioia di aver vissuto questi momenti e la consapevolezza che non torneranno se non nel film della memoria. A me resta inoltre il tuo esempio, elevato e sfidante, e i valori di onestà e correttezza che, insieme a mamma, avete insegnato a me e ai miei fratelli. Spero di essere altrettanto capace di trasmetterli alle mie figlie affinché tu possa essere orgoglioso di me. Ti voglio bene, Andrea.