Coronavirus Porto Recanati, l’odissea dell’operatrice sanitaria: “Reclusa da 70 giorni: il virus non se ne va’’

Giorgia Pantalone, Oss contagiata in una casa di riposo. Lo striscione e gli applausi dei cugini sotto casa: “Siamo con te’’

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Porto Recanati (Macerata), 25 maggio 2020 – Ha contratto il Covid-19 lavorando come operatrice socio-sanitaria in una casa di riposo dell’Anconetano, e dopo oltre settanta giorni è ancora positiva. Giorgia Pantalone, 24 anni, di Porto Recanati , si fa forza e va avanti in questa dura battaglia, con il sostegno immancabile dei familiari (anche loro in isolamento da tempo) e degli amici che continuano a incoraggiarla. La ragazza ha avvertito i primi sintomi il 14 marzo . "Mi sentivo debilitata e avevo il mal di gola – racconta –. Poi è arrivata la febbre e la perdita dell’olfatto e del gusto. Ho avvertito il mio medico di base, che mi ha prescritto degli antibiotici, poi l’ ufficio igiene mi ha messo in quarantena con la famiglia. Sono onesta, avevo timore di aver preso il Covid. Ai primi di marzo un mio collega era risultato positivo, mentre degli anziani ricoverati nella struttura avvertivano febbre". Per Giorgia le prime due settimane "sono state un incubo. Avevo dolori alle ossa, ai muscoli e per tre o quattro notti mi è mancato il respiro, ho avuto tanta paura. Ma ho sopportato tutto in silenzio, non volevo far agitare i miei genitori e rischiare che venissero in contatto con me, nella camera dove ero rinchiusa. Il tampone l’ho fatto solo il 31 marzo, e sono risultata positiva . In realtà, dopo pochi giorni che mi ero sentita male, pure mia madre ha accusato i sintomi, come febbre alta, mal di gola e dolori alle ossa. Poi entrambe abbiamo fatto il tampone il 7 aprile, io sono risultata di nuovo positiva, lei negativa (ma era passato del tempo da quando aveva accusato i sintomi). Invece, mio padre Antonio e mio fratello Stefano non hanno mai avuto problemi". Dopo settanta giorni in casa, la 24enne ha perso sei chili . "Solo due settimane fa mi è tornato l’olfatto, sembra incredibile ma è così. E ogni tanto capita che avverto ancora dolori alle ossa e ai muscoli, è dura. I primi sessanta giorni sono rimasta chiusa in camera, ma adesso ogni tanto esco sul terrazzo, oppure faccio cena in sala, mentre gli altri stanno nelle loro stanze. L’attesa che tutto finisca è snervante. Il 7 e 9 aprile entrambi i tamponi hanno dato esito positivo, lo stesso quello del 2 maggio. Ma la vera doccia fredda sono stati gli ultimi due. Quello del 12 maggio aveva dato esito negativo, ma quello del 19 si è rivelato positivo, è stata una bella botta". L’unica nota positiva è la vicinanza di amici e parenti . "Ogni tanto i miei amici passano sotto casa e li saluto dal terrazzo, così come il mio ragazzo. Sabato i miei cugini sono venuti con uno striscione: c’era scritto “Noi siamo con te’’ e mi hanno applaudito dalla strada. Pure i vicini ci stanno aiutando in tutti i modi, e il vicesindaco Ubaldi non manca a telefonarmi e dire di tenere duro. Tutti loro mi danno forza, e con la mia splendida famiglia ne uscirò fuori".