Coronavirus Macerata, troppa gente a fare la spesa. Proteste degli operatori

La cassiera Monica Beccacece: siamo esposti e la tensione è alta, ma continuiamo a fare il nostro lavoro

La cassiera Monica Beccacece, cassiera del Conad di via Silone

La cassiera Monica Beccacece, cassiera del Conad di via Silone

Macerata, 6 aprile 2020 - "Noi non siamo in prima linea, ma siamo esposti tutti i giorni al rischio di contagio. Il nostro lavoro lo facciamo con la grinta, con il cuore, con il sorriso. Ci piacerebbe però avere dagli altri almeno il rispetto per quanto stiamo facendo. Non è possibile che sia una necessità fare la spesa per tre volte al giorno". Monica Beccacece, 48 anni, sposata e mamma di due bimbi, lavora al supermercato Conad di via Ignazio Silone: è alla cassa, protetta dalla barriera in plexigas, indossa mascherina, guanti e camice, deve igienizzare il pos ogni volta che viene utilizzato e così anche i tasti della cassa e, ogni tot ore, sanificare i manici dei carrelli, non dimenticando di controllare sempre gli ingressi, che avvengono a scaglioni, dato che si fanno entrare i nuovi clienti solo quando la prima corsia è sgombra. "La tensione è alta, ed è una tensione che logora. Anche provvedere a tutte le misure di sanificazione comporta un grande impegno. Siamo esposti – sottolinea Beccacece –, è chiaro che più gente gira, più il rischio aumenta. Le persone vengono troppo spesso a fare la spesa. C’è anche chi si presenta tre volte al giorno, magari anche solo per un pacco di pasta, poi per il pane, poi per comprare del pesce. È capitato anche che fossimo noi a dire: 'Ma signore, è la terza volta che viene oggi', ma non arriva risposta. Sono soprattutto gli anziani a venire più spesso, proprio quelli che dovrebbero uscire di meno perché più a rischio. Noi non chiediamo nulla, siamo qui per per fare il nostro lavoro, ma almeno ci sia il rispetto delle regole minime. Tra l’altro offriamo anche il servizio della spesa a domicilio, all’inizio era solo per gli over 60, poi lo abbiamo esteso a chiunque, consegniamo in tutta Macerata, fino alle zone di campagna, per cui non ci sarebbe neanche il bisogno di uscire. Basta chiamarci e la spesa ordinata arriva a casa". Sono gli impasti per dolci e salati, il lievito di birra, la farina, i biscotti i prodotti più venduti nel periodo dell’epidemia, "ma anche tutto ciò che può considerarsi sfizio, come le patatine – spiega Beccacece –, il lavoro è nettamente aumentato, considerando che il supermercato è uno dei pochi presìdi rimasti aperti". Per quanto riguarda il clima tra colleghi, "l’ambiente è sempre rimasto sereno, cerchiamo di sorridere, di scambiarci qualche battuta, di mantenere l’atmosfera leggera per quanto possibile". Monica non ha contatti con i genitori da un mese: "Lascio la spesa davanti casa loro, in modo che non escano mai – racconta –. È dura anche con i miei bimbi, ho spiegato apertamente cosa sta accadendo, loro mi chiedono spesso com’è andato il lavoro ma è chiaro che vivono una situazione di disagio e cercano più coccole, più attenzioni. Mio marito è preoccupato per me ovviamente, ma, come tutti quelli che lavorano al pubblico, devo e voglio continuare a fare il mio dovere". "Il servizio della spesa a domicilio procede molto bene – sottolinea Alberto Rita, responsabile del supermercato –, ne facciamo in media 25 al giorno, il massimo è stato sabato scorso, ne abbiamo fatte 45. Portiamo la merce in tutta Macerata e anche nella campagne, grazie alla squadra di volontari coordinata da Paolo Porreca del tabacchi Utile & Futile qui vicino".