Covid bambini e genitori. "Istruzioni per crescere insieme"

Il libro della psicologa Mariasole Valentini: così possiamo insegnare ai più piccoli ad affrontare gli imprevisti

La psicologa Mariasole Valentini

La psicologa Mariasole Valentini

Macerata, 27 febbraio 2022 - Trasformare la pandemia in un momento in cui i bimbi imparano ad affrontare l’imprevisto, fornendo strumenti educativi agli adulti. È l’obiettivo del libro "Il meraviglioso mondo di Dora. Percorso di consapevolezza ai tempi del Coronavirus", edizioni Grafikamente, scritto da Mariasole Valentini, psicologa a indirizzo clinico nata a Macerata, cresciuta a Civitanova: ora vive e opera a Cesena.

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Un racconto che si ispira alle vicende del "Mago di Oz". Dora, la protagonista, deve raggiungere Re Corona (virus), imparando ad affrontare situazioni imprevedibili. Dora decide con libertà e tenacia di non demordere di fronte a una difficoltà che coinvolge chi le è accanto o chi incontra, partendo da ciò che sente e incanalando ciò che può fare in prima persona: impara a gestire le emozioni, ad affrontare l’imprevisto ma anche le prove appartenenti al suo percorso di vita in quel momento storico.

Dottoressa Valentini, lei è psicologa ma anche madre di quattro figli. Cosa è successo nel corso della pandemia? "È successo che il tempo si è fermato. O, meglio, i nostri ritmi sono rallentati e sono subentrate altre priorità, che hanno permesso a noi genitori di mettere ordine al nostro daffare; ai nostri bimbi, di stare più tempo tra loro e con noi. A me è capitato di captare e osservare necessità dettate dalla pandemia, a partire dalla costrizione di stare nello stesso luogo e per molto tempo, per arrivare a cercare modalità alternative utili alla gestione della famiglia, desiderio di continuare a vivere una vita normale, fatta di relazioni appartenenti ai diversi contesti, amicali, familiari, scolastici, extrascolastici e lavorativi, in un tempo decisamente speciale in cui tutto, o quasi, doveva essere mediato da altri canali tecnologici".

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Il momento più difficile? "Difficile scegliere uno, perché il periodo è stato puntellato di momenti complessi, tutti relativi alla tematica della perdita e di paura della perdita, che vanno insieme: la perdita di normalità, libertà, vita quotidiana, della vita in senso concreto, compresa quella del bimbo che portavo in pancia".

Quale il più bello? "Dare alla luce il quarto figlio, abbracciare la vita in un tempo che pareva narrare soltanto morte".

Davvero il libro è stato 'generato' dal sogno di una bambina (sua figlia?) di 7 anni? "Il sogno di mia figlia è stato portavoce di un desiderio collettivo di tornare alla vita soprattutto scolastica, dimensione che occupa la maggior parte del tempo di bimbi e ragazzi e che coinvolge l’attenzione degli adulti. Insieme a esso ho ascoltato il desiderio di tornare alla bellezza, cercando di tradurre i bisogni di aggrapparsi alla speranza, ai colori, come nei gesti solidali che non sono mancati o musica dai balconi, come raggi di sole, o nelle immagini di arcobaleni esposti nelle case, quasi a voler gridare che la pandemia non ha l’ultima parola".

Come si declina il 'ciclone', il trauma provocato dalla pandemia, nei bambini? "Può esprimersi coi sintomi che riguardano il disturbo da stress post-traumatico, un disturbo di ansia dovuto all’essere esposti a un grave evento traumatico, caratterizzato ad esempio da irritabilità, difficoltà di concentrazione, addormentamento o ripetuti risvegli durante la notte associati a incubi. E anche una diminuzione delle risposte emozionali positive, ovvero l’aumentato ritiro sociale, una diminuzione importante dell’interesse o della partecipazione al gioco, relazioni sociali, aumento di paura e tristezza".

La pandemia ha rallentato il tempo veloce del nostro quotidiano. Un bene o un male? "Dipende dal punto di vista. Comunque possiamo osservare che c’è stato un ritorno all’essenziale, a ciò che avevamo perso di vista o a cui eravamo diventati quasi indifferenti: anche un semplice sorriso, coperto dalle mascherine. Questo tempo rallentato ci ha permesso di imparare un altro lessico, fatto di sguardi, e di poterne decifrare i contenuti dagli occhi, a volte tristi, altre terrorizzati, altre ancora riconoscenti. Un particolare riferimento al personale sanitario, docenti, in generale a chi si è trovato in prima linea a dover garantire il normale quotidiano, compresi i genitori".

Lei dice che questo libro ha come scopo di restituire 'briciole di possibilità educative'. Sono le 'schede operative' che completano la storia? "Briciole. Con molta umiltà ho cercato di fornire strumenti sapendo che non saranno esaustivi, ma fruibili da chi ha a cuore presente e futuro prossimo, non troppo lontano, dell’adulto di domani: sperando nei frutti, sensibilizzando alle possibilità educative che chiedono giusto tempo".