Macerata, 26 marzo 2021 - Negli ultimi mesi è sempre stato in corsia, in prima linea per portare conforto ai malati Covid. Ora, però, al pronto soccorso ci è finito anche lui, nonostante avesse fatto la prima dose del vaccino e nonostante fosse già incappato nel Coronavirus l’anno scorso.
Lui è don Carlos Munoz Caceres, cappellano dell’ospedale di Macerata e parroco della Santa Madre di Dio, nel cui oratorio è stato allestito il punto vaccinale del capoluogo. Ieri è stato ricoverato al pronto soccorso dell’ospedale di Civitanova, dove è sotto osservazione per una brutta febbre.
"È iniziato tutto tra domenica sera e lunedì mattina – racconta il parroco dall’ospedale civitanovese –. Ho cominciato ad avere la febbre, che è salita fino a 39. Martedì per precauzione ho fatto il tampone e mercoledì è arrivato il verdetto: positivo".
Le condizioni del sacerdote sono peggiorate con il passare delle ore, tanto che alla fine si è reso necessario il trasporto al pronto soccorso di Civitanova. "Non ce la facevo più, tra tosse e febbre. Soprattutto la febbre. Al momento – dice – respiro bene, non ho bisogno dell’ossigeno, anche se la Tac ha evidenziato che qualcosa c’è. Mi fido dei medici e degli infermieri, sono bravi".
Don Carlos aveva contratto il Covid anche durante la prima ondata, ma senza presentare sintomi. Se ne era accorto solo successivamente: da un test sierologico era emersa, infatti, la presenza di anticorpi. Anticorpi che però non sono bastati a tenere alla larga il Coronavirus durante questa terza ondata.
Né è bastata la prima dose del vaccino (Pfizer), ricevuta la scorsa settimana, visto che la copertura completa matura solo alcuni giorni dopo il richiamo. Inizialmente, peraltro, il sacerdote pensava che i sintomi influenzali fossero un effetto collaterale proprio del vaccino.
Il sospetto di don Carlos è che il virus lo abbia attaccato proprio durante uno dei suoi servizi tra i malati ricoverati al Covid Hospital di Civitanova, nonostante le protezioni indossate.
La preoccupazione del sacerdote, ora, è che si crei allarmismo nella parrocchia, dove fino a domenica ha celebrato regolarmente le messe. In tutte le occasioni il protocollo sanitario è stato rispettato alla lettera, utilizzando la mascherina, igienizzando le mani e rispettando le distanze. Per sicurezza, si sottoporrà al tampone la perpetua della parrocchia, che inevitabilmente ha avuto contatti con il sacerdote.