Cyberbullismo a Macerata, spogliata e fotografata dalle amiche. Gli scatti sui social

La 14enne era svenuta in bagno, gli scatti fanno il giro del web: il caso finisce alla procura dei minori

Una adolescente

Una adolescente

Macerata, 24 novembre 2018 - Sviene in bagno, a scuola, le amiche la spogliano per fotografarle le parti intime e gli scatti poi fanno il giro dei social network. Il fatto è avvenuto in un istituto scolastico della provincia e la vittima è una 14enne. Accusate del reato di pedopornografia due sue coetanee che prima di chiamare i soccorsi hanno approfittato della situazione per abbassarle i pantaloni e alzarle la maglietta per fare delle foto poi diffuse nella rete.

È uno degli ultimi casi di cyberbullismo arrivati alla procura di Minori di Ancona, fenomeno che coinvolge sempre di più ragazzine. Accanto a questo episodio, altri due fatti hanno riguardato le province di Pesaro-Urbino e Ancona. Nella provincia dorica una 16enne è stata accusata di furto d’identità e stalking nei confronti di una coetanea. La minore si era invaghita di lei e per avvicinarla aveva creato un profilo Facebook fasullo, con i dati maschili, mettendo la foto di un amico in comune.

In questo modo si era guadagnata l’amore dell’amica ed era nata tra loro una relazione puramente virtuale. Quando è arrivato il momento di incontrarsi dal vivo la minore che si era finta un ragazzo è uscita allo scoperto e la vittima, che fino a quel momento aveva sempre pensato di interfacciarsi con l’amico, l’aveva rifiutata. È stato a quel punto che l’autrice della finta identità, sentendosi respinta, ha iniziato a fare stalking alla ragazzina fino al punto di minacciarla. «Chiamo tua madre – le diceva – e le dico che mi importunavi e che ci hai provato con me». E ancora: «Racconto a tuo nonno le frasi spinte che scrivevi». Il procedimento a carico della 16enne è ancora in corso.

Nel pesarese una 15enne ha rubato l’identità all’amica creando un finto profilo Facebook dove ha iniziato a postare foto con un corpo nudo sopra il quale c’era il volto della coetanea presa di mira. In modo molto abile, era riuscita a fare dei fotomontaggi con corpi femminili senza veli e in posizioni scabrose attribuendoli alla vittima. Alla base del gesto una forte gelosia. Le storie sono emerse ieri, a margine di un convegno organizzato dall’Anai, l’associazione nazionale avvocati italiani, sul tema «Cyberbullismo: intrappolati nella rete».

L’incontro, moderato dall’avvocato Raffaella Giovannelli (segretario Anai), ha visto la partecipazione della direttrice dell’Ufficio servizi sociali minorenni delle Marche che lavora con tribunale e Procura minorile, l’avvocato Roberto Staro, lo psicologo Marco Ceppi e l’educatore e formatore Paolo Petrucci.

«Anche se la maggior parte dei reati minorili – ha detto Giunto – vede protagonisti per il 90% i maschi e il 10% le femmine, c’è una percentuale crescente di reati di bullismo e cyberbullismo invece che vedono le ragazzine commetterli. A volte è difficile far capire ai genitori dove sta il reato, perché molti lo vedono come uno scherzo».

Come combattere il fenomeno? «Non basta vietare – ha spiegato Petrucci –, il minore deve essere guidato ad impegnarsi a fare altro nella vita. Ci vuole una cultura della comunicazione».