
Il truck della Postale in piazza Abba per una lezione sulla sicurezza con gli alunni della scuola Ugo Bassi
Il truck della polizia di stato per mettere in guardia i giovani studenti dai pericoli del cyberbullismo e dall’uso distorto delle tecnologie. Quella di ieri è stata una mattinata intensa a Civitanova, in piazza Abba, nella zona sud della città, dove i ragazzi della scuola secondaria di primo grado dell’istituto Ugo Bassi hanno incontrato il personale della polizia postale e delle comunicazioni. Agli studenti sono state illustrate quelle che possono essere le insidie del web. Questo, infatti, è il senso della campagna educativa itinerante della polizia di stato e del ministero dell’interno denominata "Una vita da social" e rivolta agli studenti, che ha come obiettivo fare in modo che il cyberbullismo e tutte le forme di prevaricazione connesse a un uso distorto delle tecnologie non facciano più vittime tra i giovanissimi, prevenendo episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un’opera di responsabilizzazione.
Attraverso il truck della polizia postale i ragazzi hanno visto dei filmati che hanno dimostrato quanto facile possa essere l’adescamento online, il sexting e cyberbullismo, quando non si è particolarmente prudenti. Nella stessa occasione il personale della divisione polizia anticrimine della questura di Macerata ha spiegato agli studenti che tali situazioni possono creare disagio e vergogna, che hanno portato addirittura alla scomparsa di minorenni. Il messaggio lasciato ai ragazzi è ancora una volta quello di avere fiducia nelle istituzioni e segnalare immediatamente e senza timore le situazioni di difficoltà in cui ci si viene a trovare, al fine di consentire alla polizia di Stato di intervenire tempestivamente. L’iniziativa si lega anche al fatto che domenica ricorre la giornata internazionale del minore scomparso. Foto di rito dei ragazzi con le moto della polizia stradale e, infine, in tanti si sono divertiti allo stand della polizia scientifica con le proprie impronte o a capire, attraverso i propri occhi, come si fa un sopralluogo in caso di crimine violento.
Chiara Marinelli