Cyberbullismo, fake news e zoombombing Ecco alcuni fenomeni che inquinano internet

Con lo scoppio del conflitto si sta registrando un traffico di informazioni taroccate dalla propaganda

Da quando è iniziata la pandemia abbiamo letto su Focus Junior che è aumentato del 40% il traffico su Internet su scala globale, che produce enormi emissioni di Co2. Parlare del rapporto tra inquinamento e aumento dell’utilizzo di Internet non vuol dire solo parlare di gas dannosi per l’ambiente o di consumo energetico, ma in senso figurato di inquinamento dell’informazione che si manifesta nell’avvelenamento del dibattito pubblico. A partire dal 2020, ci sono state restrizioni sociali e produttive dovute alla pandemia. Quasi tutte le attività si sono trasferite negli ultimi due anni: le lezioni scolastiche con la didattica a distanza, poi incontri culturali, concerti e presentazioni. Sono nate le azioni di disturbo (zoombombing) da parte di utenti per impedirne lo svolgimento. Questa pratica non è slegata dal cyberbullismo, entrato con prepotenza nella vita di molti giovani diffamati e messi alla gogna da profili fake sui social. Ora è scoppiata la guerra e il traffico di dati e di informazioni è stato inquinato dalla propaganda. Abbiamo visto a scuola che per “inquinare” il traffico di informazioni collegate alle operazioni militari sono stati utilizzati dei falsificati tramite intelligenza artificiale in grado di simulare virtualmente aspetto e voce di persone importanti, come ad esempio Zelenskyj che in uno di questi video incoraggia le sue truppe a lasciare le armi e disertare.

Gli alunni della 1ª B