Da inizio pandemia morti 15 sacerdoti marchigiani

È il dato più alto nelle regioni del centro-sud. Tra le vittime don Branchesi. a Treia e don Issini a Recanati

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Con quindici sacerdoti morti dall’inizio della pandemia, le diocesi delle Marche sono tra quelle che nel centro Italia hanno pagato il prezzo più alto di fronte all’emergenza Coronavirus. La Sir, l’agenzia dei vescovi italiani, rileva come "tra poco si dovrà parlare di una vera e propria generazione perduta di sacerdoti per la Chiesa italiana. Spazzata via dal Covid, che ha messo in risalto il loro ruolo nella società, ma ha presentato un conto ben più grande della stessa crisi delle vocazioni che da anni affligge il cattolicesimo nazionale. Sono 269 i sacerdoti morti a causa del Covid-19 in Italia". Dal primo marzo 2020 al primo marzo 2021, le regioni più colpite sono state quelle del nord (78% del totale): a guidare la classifica è la Lombardia con 88 decessi (33%), Emilia Romagna con 36 (14%), Trentino Alto Adige con 28 (10%), Piemonte con 22 (8%) e Veneto con 17 (6%). A seguire, tra le regioni del centro (11%) e del sud (11%) con il numero più alto di vittime, ci sono le Marche con 15 sacerdoti morti (6%), la Campania con 12 (4%) e l’Umbria con 7 (3%). Le due isole sommano, nel complesso, 14 decessi (10 in Sicilia e 4 in Sardegna). Nelle Marche, tra gli altri, il Covid ha ucciso don Giuseppe Branchesi a Treia e don Dino Issini a Recanati.