Dai gioielli alla salma del cardinale I pezzi di storia sepolti dal sisma

Dalle macerie sono spuntati oggetti di valore e ricordi di una vita: molti sono stati restituiti ai proprietari. A Ussita anche la tomba del porporato Gasparri era stata devastata dalle scosse: è stata trasferita a Roma

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di Franco Veroli

C’è un aspetto, nella rimozione delle macerie, che è quello più propriamente umano, quello che attraverso il rinvenimento di tanti oggetti fa riemergere la vita che è stata drammaticamente sepolta dal sisma. Cose che evocano ricordi, persone, situazioni e che, proprio per questo, non hanno un valore che può essere monetizzato, visto che si tratta di emozioni, legami affettivi. E sotto alle macerie sono state trovate tante cose. In alcuni casi, dove il terremoto si è fatto maggiormente sentire, sono tornate alla luce anche automobili e moto, ma anche gioielli (collane, bracciali, anelli), orologi, soldi, macchine fotografiche, calcio balilla, una fisarmonica e tanto altro. Ma anche, com’è accaduto a Castelsantangelo sul Nera, un torchio del 1909 e iscrizioni del XVXVI secolo.

Questi oggetti, naturalmente, una volta rinvenuti e catalogati, sono stati consegnati ai carabinieri e ai Comuni che hanno provveduto, quando possibile, a rintracciare i proprietari per restituirli. "In molti casi sono tornati ai legittimi proprietari", sottolinea l’ingegner Luciano Pescolloni. E non sono mancate situazioni particolarmente toccanti, quelle in cui gli eredi hanno voluto essere presenti alla rimozione delle macerie proprio per indicare alcuni oggetti da trovare e salvare. Naturalmente hanno dovuto indossare appositi indumenti di protezione, rispettare regole precise di sicurezza, ma hanno voluto essere lì, per poi prendere in mano un oggetto coperto di polvere e anche danneggiato, ma che ha loro riempito il cuore. È di pochi giorni fa, la notizia che 1.600 euro in contanti, trovati sotto le macerie di Pescara del Tronto dopo il terremoto del 2016, sono stati consegnati dal comandante provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Michele Iadarola al vicesindaco facente funzione del Comune di Arquata del Tronto Michele Franchi.

Il terremoto, però, ha fatto "nascosto" anche altro. Nel cimitero di Ussita, sconvolto dal sisma, era finita sotto le macerie anche la salma del cardinale Pietro Gasparri che, come noto, l’11 febbraio del 1929 firmò i Patti Lateranensi con Benito Mussolini. È stata ritrovata e rimossa proprio nel corso della rimozione delle macerie, per essere poi trasferita a Roma dai suoi eredi. Danneggiata anche la lapide che ricorda la sepoltura del prelato. Pietro Gasparri era nato da una famiglia di pastori e contadini a Capovallazza di Ussita il 5 maggio 1852 ed è morto a Roma, 18 novembre 1934. Ordinato sacerdote il 31 marzo del 1877, ha avuto una lunga e brillante carriera. E’ stato una figura di primo piano della Chiesa Cattolica, arcivescovo e cardinale, diplomatico e cardinal segretario di Stato della Santa Sede. Alla sua morte è stato sepolto nel cimitero di Ussita, suo paese natale, con una cerimonia funebre celebrata dal nipote cardinale Enrico Gasparri. A Roma gli è dedicata una strada nel quartiere Primavalle.