Ha un nome e un cognome l’uomo morto due mesi fa e sepolto solo in questi giorni, a spese del Comune di Recanati: si chiamava Renato Ribe, aveva 68 anni e abitava in via Porta Marina, in centro. Ribe era deceduto il 9 marzo scorso in ospedale a Civitanova. Ma da quel momento, nessuno ha voluto o potuto prendersi cura dell’ultimo saluto. La salma è rimasta in attesa per oltre due mesi. Un barlume di pietà è arrivato lunedì sera, nella chiesa di Sant’Agostino, dove la Confraternita della Misericordia – di cui Renato Ribe faceva parte – ha promosso una messa in suffragio. A celebrarla è stato il parroco don Roberto Zorzolo. Un ultimo gesto necessario per restituire al 68enne un po’ della dignità che la morte, e forse anche la vita, gli avevano negato. Presenti alcuni conoscenti e coetanei, classe 1957; la zia dell’uomo ha portato una sua foto che è stata esposta, durante la messa di fronte all’altare maggiore, e accanto a un vaso di fiori. Una storia di solitudine e abbandono la sua, che affiora dagli atti dell’amministrazione comunale costretta a farsi carico della sepoltura dopo che nessun familiare si è fatto avanti per occuparsi del funerale. Alla fine, per motivi igienico-sanitari e di decoro, il sindaco Emanuele Pepa ha firmato un’ordinanza per disporre il trasporto e la sepoltura della salma nel cimitero comunale, secondo il servizio funebre minimo previsto dalla legge. La spesa sostenuta dal Comune è di 1.200 euro.
CronacaDefunto e abbandonato, una messa per Renato Ribe