CHIARA MARINELLI
Cronaca

Delitto di Rosina, confermato l’ergastolo alla figlia. Il nipote Enea condannato a 27 anni

I giudici hanno messo la parola fine sulla vicenda giudiziaria scaturita dall’assassinio della 78enne la vigilia di Natale del 2020 nella sua villetta. Il marito della vittima sconterà 4 anni e sei mesi

Da sinistra, Enea Simonetti e la madre Arianna Orazi accompagnati in tribunale

Da sinistra, Enea Simonetti e la madre Arianna Orazi accompagnati in tribunale

Macerata, 19 giugno 2025 – Omicidio di Rosina: la Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi e ha confermato, ieri pomeriggio, la sentenza della corte d’assise d’Appello di Ancona. Ergastolo per la figlia della vittima Arianna Orazi, 27 anni al nipote Enea Simonetti e 4 anni e 6 al marito, Enrico Orazi, per maltrattamenti in famiglia e simulazione di reato.

I giudici della suprema corte di Cassazione hanno confermato la sentenza della corte d’assise d’Appello di Ancona del 10 luglio scorso, che aveva ribaltato le conclusioni della sentenza di primo grado sul delitto della 78enne Rosina Carsetti, uccisa la vigilia di Natale del 2020 nella sua villetta di Montecassiano, riconoscendo la premeditazione.

La figlia Arianna Orazi (scagionata per l’omicidio in primo grado) era stata condannata all’ergastolo, il nipote Enea Simonetti a 27 anni e il marito Enrico Orazi a quattro anni e sei mesi per maltrattamenti in famiglia e simulazione di reato. La sera del 24 dicembre 2020, dalla villetta di Montecassiano era partita una richiesta di aiuto per una rapina: Arianna Orazi raccontò ai carabinieri che, mentre Enea era a fare la spesa, uno sconosciuto era entrato in casa, aveva legato lei e il padre, aveva ucciso la madre e poi aveva preso i soldi in casa.

I carabinieri non le avevano creduto. In primo grado, Simonetti era stato condannato all’ergastolo, mentre marito e figlia di Rosina erano stati condannati a due anni per simulazione di reato. Il processo però è passato in appello, dove la corte ha voluto risentire 17 testimoni, amici e conoscenti di Rosina.

Questi hanno ribadito che l’anziana aveva paura per la propria incolumità, e si era rivolta a un centro antiviolenza, dove sarebbe andata il 27 dicembre. Questo era stato il movente del delitto, come sostenuto anche dal procuratore generale che aveva chiesto l’ergastolo sia per Arianna che per il figlio Enea.

Il ricorso in Cassazione è stato presentato sia da Orazi, difesa dall’avvocato Olindo Dionisi, che da Enea, difeso da Valentina Romagnoli e Andrea Netti. Il marito di Rosina è assistito dall’avvocato Mauro Paolinelli. Ieri i legali erano a Roma.

“La conferma della sentenza chiude il capitolo di questa vicenda – ha detto l’avvocato Andrea Netti –. Il compito di un avvocato è quello di ottenere la giusta pena per il proprio cliente. La pena di partenza per il ragazzo, Enea, è di 27 anni, ma considerando quello che ha già scontato e i benefici è una moderata soddisfazione, anche tenendo conto del fatto che per la stessa vicenda Arianna ha ottenuto l’ergastolo”.

“Prendo atto della decisione della Cassazione e attendo di leggere le motivazioni – ha detto l’avvocato Olindo Dionisi – per vedere perché sono stati ritenuti infondati i motivi del ricorso”.