Delitto Rosina, le intercettazioni choc in aula Insulti dalla figlia due giorni dopo la morte

Il dialogo di Arianna con un’amica: "Era un’egoista di m...". Al telefono i tentativi di accordarsi col fratello per screditare la madre

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di Paola Pagnanelli

Gli amici e i parenti degli imputati sul banco dei testimoni, davanti alla corte d’assise, per sconfessare le accuse mosse a carico di Enrico Orazi, la figlia Arianna e il figlio di lei Enea Simonetti, tutti imputati di aver ucciso la 78enne Rosina Carsetti il 24 febbraio 2020. Ma dalle loro intercettazioni citate dalla procura, sono venuti fuori parole durissime contro la vittima, definita a due giorni dalla morte "egoista di m...", e gli accordi tra Arianna e il fratello su cosa raccontare ai carabinieri della madre: che fumava, prendeva psicofarmaci, e si lamentava senza motivo. Gli avvocati Valentina Romagnoli, Olindo Dionisi e Barbara Vecchioli hanno chiamato per primo Elvaro Parcaroli di Matelica, cliente del negozio di Orazi e amico di tutti e tre. Il 24 dicembre, alle 16.45 aveva inviato tramite Whatsapp un messaggio di augurio in una chat con 78 amici, tra i quali Arianna Orazi ed Enea Simonetti. Arianna aveva risposto alle 16.46, Enea alle 17.14.

Poi è stata la volta di una amica di Arianna, la veterinaria Annamaria Tartufoli. La testimone ha raccontato di aver sentito l’amica il pomeriggio della vigilia: "Era serena, tranquilla. Mi ha raccontato di Enea. Sapevo che c’era qualche dissapore con Rosina, nulla di grave. Dopo l’omicidio, Arianna mi raccontò che la madre era andata al centro antiviolenza, per lamentarsi di Enea. Ma non c’era motivo". Tartufoli era stata sentita dai carabinieri, e il pm Vincenzo Carusi le ha fatto presente che erano state intercettate Arianna e la cognata Monica Piombetti discutere di cosa lei avesse detto in caserma. "Dopo l’interrogatorio – ha ammesso – ho chiamato l’avvocato Romagnoli. Non avevo capito che non potevo riferire il contenuto dell’interrogatorio". Il pm Carusi le ha anche ricordato una conversazione del pomeriggio del 26 dicembre. Parlando di quanto avvenuto due giorni prima, Arianna le dice: "La verità la sappiamo solo noi, lo sai anche tu". Tartufoli aveva risposto: "È sempre stata una str... da quando eri frica. Faceva sempre l’agnellino e invece era un’egoista di m...". "Arianna diceva che Rosina non era materna – ha spiegato la testimone –. Mi voleva far capire che stava passando un’immagine della madre non reale". "Arianna – ha proseguito il pm – proseguendo quella conversazione dice: “In casa e pure da morta era egoista’’". La testimone ha spiegato anche che quando Enrico Orazi era stato operato, la moglie non aveva voluto assisterlo. Sono stati poi chiamati Paolo Nardi e la moglie Eliane Razzini, genitori di un’altra amica di Arianna, e il brigadiere Claudio Melchiorre, il quale ha confermato che in cucina c’erano cibi vari. È stata quindi la volta di Enea Orazi, fratello di Arianna. L’uomo ha ammesso che i rapporti con la madre si erano raffreddati dal 2012: "Non le piaceva cucinare, le dava fastidio se a casa c’era disordine, era abitudinaria. Aveva litigato con la sorella e con il fratello. Era sempre insoddisfatta, non aveva un carattere docile, provocava". Poi ha descritto la sua decisione di lasciare la villetta al nipote Enea. "Non ho mai saputo di maltrattamenti fisici o verbali – ha assicurato –. Mio padre le ha sempre pagato tutto, le ha sempre dato 20 o 30 euro".

Enea Orazi ha detto poi di non essere stato informato del ricovero del padre. Il pm Carusi gli ha fatto presente quanto risultasse incattivito con la madre dalle intercettazioni. Ha citato i colloqui in cui lui e la sorella concordavano le versioni da dare ai carabinieri, ad esempio sul fatto che Rosina non avesse problemi economici. "Sua sorella cerca di imprimerle i concetti da dire, tipo che sua madre fumasse quattro pacchetti al giorno. Lei dice che le piaceva il vino. Dite che era una rompiscatole. A sua sorella non ha chiesto perché bisognasse dire queste cose, non parlate mai dell’aggressore. Come mai"? "Non lo so" ha risposto lui. Nelle prossime udienze saranno sentiti gli altri testimoni della difesa. La sentenza, per ora, è prevista per il 15 dicembre.