Deportati nei lager, omaggio alla memoria "Cari ragazzi, costruite un futuro migliore"

Le medaglie di Mattarella consegnate ai figli dei soldati internati nei campi di concentramento nazisti: c’è anche Parcaroli. Il prefetto agli studenti: tocca a voi scrivere la storia della Repubblica. Riconoscimenti per l’impegno contro sisma e Covid

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di Chiara

Sentimenti

"La festa della Repubblica deve costituire un momento di riflessione e di consapevolezza, oggi più che mai, sulla necessità di riaffermare e custodire i valori della libertà, della democrazia e della pace". Con queste parole, il prefetto di Macerata, Flavio Ferdani, ha aperto ieri, in un teatro Lauro Rossi gremito di autorità civili e militari, di studenti e famiglie, la cerimonia per il 76esimo anniversario della nascita della Repubblica. Un momento di riflessione e di celebrazione anche delle tante persone che hanno sofferto nei campi di concentramento nazisti, preceduto in mattinata dalla deposizione di una corona di alloro al monumento ai caduti di piazza della Vittoria. "Mi piace citare, cari studenti, una frase del presidente della Repubblica – ha aggiunto il prefetto, rivolgendosi ai ragazzi degli istituti Gentili, Galilei, Leopardi, Ricci, Cantalamessa e Bramante –: ora tocca a voi, giovani, scrivere la storia della Repubblica, scegliete gli esempi, i volti, i modelli, le tante cose positive da custodire di questa nostra Italia e poi preparatevi a vivere i capitoli nuovi di questa storia, a essere voi i protagonisti di questo nuovo futuro". "Il mio apprezzamento – ha aggiunto Ferdani – va anche agli insigniti dell’onorificenza al merito della Repubblica e la mia vicinanza ai familiari, nel ricordo dei loro congiunti internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto". Sette le onorificenze consegnate ieri, delle quali due al merito della Repubblica. Il sindaco di Recanati, Antonio Bravi, e l’assessore regionale Filippo Saltamartini hanno premiato Alessia Baldassarri, coordinatrice infermieristica, che ha avuto un importante ruolo di collegamento tra la parte assistenziale e quella clinico-organizzativa per la riconversione della fiera di Civitanova in Covid hospital. È stato invece il subcommissario del Comune di Camerino, Carlo Ferraccioni, a consegnare l’onorificenza a Stefano Belardinelli, presidente della Contram, ma soprattutto socio fondatore dell’associazione "Io non crollo", attraverso la quale si è messo al servizio della comunità locale dopo il terremoto del 2016. "Belardinelli – è scritto nella motivazione – si è prodigato sia per il ripristino dei servizi di base in favore della comunità camerte, sia per la ricostruzione fisica, sociale, economica e culturale della città". Dopo un intermezzo musicale curato dalla dirigente scolastica Roberta Ciampechini, che ha eseguito al piano il "Notturno" di Chopin, e dall’orchestra dei fiati "Insieme per gli altri", che ha proposto anche l’inno nazionale, sono state consegnate ai familiari le cinque medaglie d’onore riservate ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto. Il primo a salire sul palco è stato il sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli, che ha ritirato la medaglia in memoria del padre Lindo, internato militare dall’8 settembre del 1943 al 6 agosto del 1945. Francesco Golini ha ritirato la medaglia per il padre Antonio, internato militare, deportato a Koblenz dal 9 settembre 1943 al 6 novembre 1944. Presente anche Luigi Ripari, che ha ritirato la medaglia per il padre Renato, internato militare e deportato in Germania dal 26 settembre 1943 al 14 settembre 1945. Hanno chiuso la cerimonia Daniela Tobaldi, che ha ritirato la medaglia del padre Gennaro, internato militare e deportato dal primo maggio 1944 al primo aprile 1945, e Giorgio Verdolini, che ha ritirato la medaglia per il padre Elio, internato militare dal 9 settembre 1943 all’11 giugno 1945 in vari campi di concentramento. "In questa giornata mi piace ricordare che la democrazia, la nostra Repubblica e la nostra Costituzione sono qualcosa di più di un insieme di regole, ma rappresentano un continuo processo di confronto e di incontro nella consapevolezza che, al centro, troviamo sempre le persone – ha detto il sindaco Parcaroli nel suo saluto di benvenuto –. Penso alle persone che hanno pagato con la vita un’ideologia folle e cieca, alle persone che ancora oggi pagano con la vita una guerra che mai avremmo immaginato di dover vivere, alle persone che, con coraggio, combattono e lottano per il proprio Paese e per la loro libertà. Ma penso anche alle persone bisognose e in difficoltà, a quelle che fanno del volontariato e dell’associazionismo uno spirito di vita. A chi, grazie all’enorme sacrificio del lavoro, ha mantenuto in moto la nostra economia e creato occupazione per il benessere della società". "Tutto questo ci fa capire – ha aggiunto Parcaroli – quanto la Costituzione e la nostra Repubblica siano un perfetto equilibrio tra le diversità e le unicità di ogni persona". E infine un messaggio di speranza. "In questi anni, e purtroppo ancora oggi, dobbiamo fare i conti con delle crisi che ci hanno sconvolto e stravolto – ha concluso il sindaco Parcaroli –, ma la formula vincente è stata sempre la stessa: unione, coesione, solidarietà, resilenza, senso di appartenza e forte responsabilità. Dobbiamo rifuggire l’idea che il nostro Paese sia fermo e arenato in una crisi dietro l’altra, dobbiamo reagire e permettere al cambiamento, che è in atto, di svilupparsi. Le potenzialità ci sono, ma il cambiamento deve partire da ognuno di noi".