di Chiara Gabrielli
Dieci anni fa, il mondo perdeva Enrico Sbriccoli, in arte Jimmy Fontana. Con la sua scomparsa lasciava un vuoto immenso tra quanti l’avevano stimato, conosciuto, amato. Presto sarà celebrato a Macerata, dove verranno organizzati un seminario e uno spettacolo a lui dedicati, mentre, nel cuore del centro storico, dovrebbe venire a lui intitolato uno spazio pubblico di rilevante importanza. Un’intera giornata in nome del grande cantante e compositore, che ha lasciato il segno nella storia della musica leggera. "Ci sono molte idee nell’aria – spiega il figlio, Luigi Fontana –, dalla giornata celebrativa all’area dello spazio a lui dedicata, ci piacerebbe che si potesse fare nell’arco dei prossimi mesi in cui ricorre il decimo anno dalla scomparsa".
Nato a Camerino, Jimmy Fontana ha trascorso l’adolescenza a Macerata, prima di intraprendere quel percorso che l’ha portato lontano: una carriera straordinaria, basterebbe ricordare "Il mondo" e "Che sarà". È scomparso l’11 settembre 2013, pochi giorni dopo era in programma una sua esibizione a Santa Croce, per la festa dei 65 anni di sacerdozio di don Serafino Stramucci. Il figlio Luigi ha ben impresso ogni istante di quei giorni. Premette che è ancora molto difficile parlarne: "Mi ricordo tutto, ho trovato io papà morto, quella sera. Un evento completamente inatteso, non ce lo aspettavamo. Ricordo come ci sentivamo frastornati, ricordo le ore passate al telefono con Gianni Morandi e con Pippo Baudo poco dopo la scomparsa di papà, volevano capire, non si capacitavano di quanto era accaduto". Quando muoiono questi personaggi, pietre miliari nella storia della canzone, "lasciano un vuoto profondo, importante". Ad agosto, Luigi ha finito di scrivere il suo libro, che sarà pubblicato a breve: "Non una biografia di mio padre – precisa –, ma un’autobiografia, dentro ci sono 50 anni vissuti come suo figlio e 30 come suo collaboratore artistico, quindi c’è anche molto di lui. Nel passaggio in cui ricordo quando morì, scrivo che in quell’attimo ebbi la sensazione nitida che la prima parte della mia vita fosse finita e che stesse iniziando la seconda. Quel momento ha cambiato tutto, per me ha rappresentato uno spartiacque". E la fine di un’epoca per il mondo artistico e culturale? "In un certo senso sì, dei grandi della canzone degli anni Sessanta è rimasto forse solo Gino Paoli. Di quel cantautorato, di quell’epoca, resta poco o niente". Fontana vorrebbe presentare il suo libro (di cui ancora non svela il titolo) proprio a Macerata. "Per me è casa – le sue parole –, ogni volta che torno rivivo certe sensazioni, mi fa molto piacere. Quello che dispiace è vedere il centro sempre più deserto. Sono spariti tanti negozi storici, penso alla Concorrente o alla bellissima cartoleria che stava sotto il colonnato (all’angolo con piazza Battisti). Ora, il centro è una sfilza di vetrine sfitte, negozi serrati. Si è persa un po’, forse, quella magia, quell’aria di allegria che lo animava". Giovedì, in occasione della partita del cuore, a Luigi Fontana è stato consegnato un riconoscimento in omaggio al padre. Ora, nel Maceratese, c’è attesa perché sia reso a lui omaggio anche nella città della sua adolescenza. "La sua eredità è viva", dice Luigi che da sempre, instancabile, porta il nome del padre e la bellezza della sua musica in giro per il mondo.