Purtroppo le spese di raccolta e conferimento dei rifiuti in discarica sono destinate a lievitare perché, conferma il sindaco Bravi "abbiamo iniziato a portare i rifiuti indifferenziati a Fermo, vista che la discarica di Cingoli è esaurita, con costi più alti che si rifletteranno inevitabilmente il prossimo anno sulla Tari pagata dai cittadini". L’Assemblea territoriale d’Ambito a fine agosto ha approvato il nuovo Piano d’Ambito per la gestione dei rifiuti urbani ed assimilati dell’Ata 3: un atto che ha registrato il voto contrario del sindaco di Recanati, Antonio Bravi, perché si continua a prevedere ben 14 "macro-aree" potenzialmente idonee, con differenti livelli di preferenzialità, per la localizzazione della nuova discarica all’interno del territorio del Comune leopardiano. Oltre alla netta presa di posizione politica del primo cittadino, la Giunta leopardiana ha deciso di ricorrere anche legalmente contro quella scelta rafforzando ancor più le motivazioni già presentate con il primo ricorso pendente al Tar Marche. Come si ricorderà, infatti, nell’ottobre 2020 era stato presentato ricorso per "contrastare una scelta presa in Provincia – aveva spiegato Bravi – che non tiene conto delle nostre peculiarità territoriali. La Provincia anche qui si è incartata partendo male sin dall’inizio con l’individuazione di ben 84 aree teoricamente idonee. Tutti i Comuni, naturalmente, hanno cercato di evidenziare le criticità dell’area che interessa loro, e ricordo che Recanati ne ha ben 14, spendendo cifre importanti dal punto di vista sia tecnico che legale. Ora è stato conferito l’incarico all’ing. Stella di ridurre il numero dei siti idonei, ma la mole di lavoro è tanta e i tempi si allungano". Nel 2020 Recanati aveva incaricato l’avv. Maria Laura Sommese di procedere giudizialmente innanzi al Tar Marche per ottenere l’annullamento della delibera di localizzazione dei siti da destinarsi a discarica. Un ricorso a cui aveva fatto seguito ulteriore carta bollata nel novembre 2021 sempre a firma dello stesso legale che ora seguirà anche la presentazione della nuova documentazione per una naturale continuità difensiva dell’Ente. "Abbiamo dovuto di nuovo ricorrere alla carta bollata – spiega Bravi - per non mandare a vuoto i ricorsi precedenti".
Antonio Tubaldi