"Discarica, c’è il rischio idrogeologico"

Il comitato ha eletto il nuovo direttivo e torna all’attacco: "Il pericolo è tra i criteri penalizzanti, non ostativi. Subito una lettera all’Ata"

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di Diego Pierluigi

Si è appena riunita l’assemblea dei soci del comitato "Corridonia Green No Discarica" che ha così eletto il nuovo direttivo a due anni dalla costituzione del sodalizio. Per la carica di presidente è stato confermato Andrea Germondari, che sarà affiancato dalla vice Piera Mancini e dal segretario Rodolfo Salvatelli mentre come consiglieri figurano Donatella Pierantoni e il nuovo ingresso Lorella Dezi. Già stilate le prime iniziative da intraprendere e nell’immediato si prevede l’invio di una lettera destinata al presidente e ai sindaci dell’Ata 3 con oggetto la tematica del rischio idrogeologico. "Questo tema è emerso in maniera dirompente con l’alluvione che ha colpito lo scorso 15 settembre il centro-nord delle Marche – spiega il comitato –. È sotto l’occhio di tutti il fatto che molti danni materiali e immateriali, alcuni di questi irreparabili, potevano essere attenuati se non evitati qualora non si fosse costruito nelle aree a rischio idrogeologico. Riguardo a questo aspetto segnaliamo che tale rischio non è compreso tra i criteri escludenti per la scelta del sito della nuova discarica – precisano – ma ‘ soltanto nei criteri penalizzanti, quindi non ostativi". Il focus poi si è spostato sul Piano d’Ambito della gestione dei rifiuti. "Molte delle attuali 70 macro-aree, senza considerare quelle future che avranno meno prescrizioni, hanno porzioni di territorio considerate dal piano assetto idrogeologico con il codice P2, pericolosità media, e P1, pericolosità moderata, o diverse di esse si trovano a ridosso di fiumi e torrenti – sottolineano –. Considerando l’insieme dei seguenti fattori: fascia di salvaguardia di dieci metri dal corso d’acqua; presenza di frane e pendi scoscesi; possibilità non remota di eventi meteorologici eccezionali dovuti al cambiamento climatico; presenza di una discarica d’ambito in quelle aree. Risulta plausibile l’avverarsi di scenari assolutamente da scongiurare – dicono dal comitato –. Ci auguriamo che il soggetto che valuterà le osservazioni prodotte per ogni macro-area e la futura scelta del sito per la nuova discarica prenda in considerazione il rischio idrogeologico. Si può fare bene e costruire al posto giusto, come per il Ponte Grosso a Pontericcioli (Cantiano), eretto dai Romani e che ha resistito alla piena del Burano dei giorni passati. Non vorremmo trovarci in futuro a vedere l’immondizia scorrere lungo i fiumi in direzione del mare".