
E’ un mondo che cambia – e anche in fretta - quello del lavoro, con tante variabili ancora difficili da gestire, che producono una situazione paradossale, poiché domanda e offerta non si incontrano, non solo sul tipo di mansione, ma anche sul territorio. Così c’è chi cerca il lavoro e non lo trova, mentre aziende ed enti che lo offrono non riescono a reperire la manodopera che cercano. Non c’è solo la penuria di figure altamente specializzate, e comunque con una forte formazione, richieste dai cambiamenti tecnologici e dalla progressiva digitalizzazione: mancano anche tante figure legate a settori della manifattura, del turismo, ma anche dei trasporti. Basta osservare il quadro delle offerte che arrivano dai Centri per l’impiego per rendersi conto che, ad esempio, trovare saldatori o cucitrici è una vera e propria impresa. Per non parlare, in relazione soprattutto – ma non solo – alla stagione estiva, della enorme difficoltà a trovare camerieri, cuochi, baristi e persino bagnini. Se, poi, ci si accorge che in provincia di Macerata compaiono offerte di lavoro provenienti dal Veneto per termoidraulici o provenienti dalla Lombardia per conducenti di autobus, con tanto di benefit (alloggio), si comprende come la questione stia assumendo contorni ancora complicati da definire, visto che si tratta di figure "rare" anche dalle nostre parti. "E’ stata spesso presentata l’equazione lavoro uguale sacrificio, parola che in molti non vogliono neppure sentire. Bisogna invece chiarire che il lavoro è professionalità, promozione di se stessi e anche gratificazione", ci ha detto poco tempo fa Massimiliano Polacco, direttore di Confcommercio Marche Centrali. Verissimo. Ma sicuramente c’è altro, ad esempio il livello delle retribuzioni, l’orario, corsi di formazione che non sempre producono gli effetti sperati, ecc.