Don Sandro Salvucci arcivescovo "È stata una giornata speciale"

Domenica la cerimonia di consacrazione a Pesaro "Ho vissuto concretamente il distacco dalla mia terra"

Migration

Nella giornata del Primo Maggio, la città di Pesaro ha salutato il nuovo arcivescovo, monsignor Sandro Salvucci. Una cerimonia di consacrazione seguita da migliaia di fedeli, iniziata alle 16 e conclusasi alle 19 dove la prima parte dell’eucaristia è stata celebrata da monsignor Piero Coccia (amministratore apostolico di Pesaro) alla presenza di autorità religiose, civili e militari. "Non ho preparato un discorso perché ho fatto il parroco fino all’ultimo – ha esordito don Sandro –. È stata una giornata speciale perché ho vissuto concretamente il distacco dalla mia terra dove ho vissuto e svolto il mio ministero sacerdotale in 29 anni, ma so di venire in una famiglia che non è diversa, dove condividiamo la passione per Vangelo e uomo. Prima di giungere a Pesaro mi sono recato nel mio paese di origine, Corridonia, e ho pregato sulla tomba dei miei nonni paterni, di mio padre e del parroco che mi ha battezzato, don Benedetto; poi una volata a Petriolo per una preghiera ai nonni materni". Anche in questa occasione ha pensato agli altri prima e poi a se stesso, lui che è cresciuto a San Claudio, con genitori e due fratelli e proprio dalla frazione di Corridonia, sono partiti tanti fedeli, anche con un pullman, per prendere parte alle celebrazioni, insieme agli oltre 350 di Montegranaro, dove don Sandro è stato parroco negli ultimi 8 anni. Tra di loro c’era il primo cittadino Paolo Cartechini, che ha definito "emozionante" l’intero evento. "Per Corridonia è una tradizione che si rinnova. Infatti, monsignor Salvucci è il secondo arcivescovo originario di Corridonia dopo monsignor Gaetano Michetti, a essere eletto pastore della chiesa di Pesaro – ha raccontato –. È stata una bella celebrazione ma anche forte e intensa sotto tutti i punti di vista". Non è mancato il parroco di Corridonia, don Fabio Moretti. "Credo sia stata una celebrazione suggestiva – ha detto –, quando si conosce un sacerdote così apprezzato che il Signore sceglie per una responsabilità così grande, ognuno di noi si è sentito convolto. Nonostante il peso della responsabilità che andava ad assumersi, negli occhi di don Sandro si leggeva la commozione di servire la chiesa, nel saluto finale ha anche citato Corridonia e Petriolo, dove ci sono i suoi familiari e gli ultimi atti prima di dirigersi a Pesaro sono stati di recarsi ai cimiteri. È una gioia enorme, il segno che le nostre terre sono ancora feconde e capaci di formare presbiteri".

Diego Pierluigi