"Dopo i danni subiti anche la tassa per il Consorzio"

Danno alluvione e beffa economica per Franca Marzocco: "Ci sollecitano il pagamento del 2021. Ma noi l’abbiamo già fatto"

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di Paola Pagnanelli

"Ironia della sorte: mentre stavamo cercando di ripulire il tratto di fiume che passa nella nostra proprietà, dopo i danni causati dall’alluvione, ci è arrivata la richiesta di pagamento della quota del 2021 dal Consorzio di bonifica, quota che abbiamo pure già pagato. Oltre al danno, anche la beffa".

Franca Marzocco non sa se ridere o piangere, mentre racconta cosa le è capitato. La donna abita con il marito, Giuseppe Carradori, in contrada Canepina a Camerino, una delle zone più danneggiate dalla pioggia di venerdì: il torrente Palente, in genere minuscolo, si è ingrossato trascinando con sé rami e alberi divelti, allagando campi, garage e case. E soprattutto facendo danni, sia economici che morali per i residenti del posto.

Nei giorni scorsi avevamo raccontato di quanto avvenuto a Franca Marzocco e Giuseppe Carradori, che avevano visto portar via dalla corrente vari attrezzi e persino due auto, un Maggiolone e una Bianchina perfettamente funzionanti, che un amico, Agapito Fiorgentili, aveva lasciato da loro. E proprio nel giorno in cui il giornale ha pubblicato la loro storia, hanno ricevuto la lettera del Consorzio. "Ci sollecitano il pagamento della quota di 26.50 euro per il 2021, ma noi abbiamo già pagato anche quella del 2022. Ma comunque, proprio a ridosso dell’alluvione, è pazzesco fare tali solleciti quando la manutenzione seria qui non è mai stata fatta.

Magari, se qualche impiegato venisse a darci una mano questi giorni, sarebbe più utile. Noi nel nostro piccolo abbiamo già iniziato con il nostro misero trattore a rimuovere gli ostacoli dal tratto del Palente che attraversa la proprietà, perché tanto sappiamo che nessuno se ne farà carico. Sono delusa, amareggiata. Siamo stanchi, ma vogliamo che questo tratto del fiume possa tornare alla normalità". L’onda di piena del Palente ha distrutto anche la piccola diga di Canepina, che da angolo suggestivo si è trasformata in un deposito di tronchi.

Sono arrivati persino i pali della recinzione del cantiere di Unicam alle Calvie, che si trova più a monte, oltre alle due auto d’epoca trascinate per mezzo chilometro. Dall’entroterra fino alla costa, i sindaci stanno facendo la conta dei danni causati dall’alluvione, mentre i proprietari armati di vanghe e trattori cercano di rimettere in sesto quanto è stato coperto di fango o spazzato via.