PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Dopo l’appello dei prof. Il rettore tira dritto:: "I progetti con Israele non saranno toccati"

McCourt sulla petizione firmata anche dalla prorettrice Mattucci: "C’è una diplomazia accademica, l’ateneo rimane aperto e dialogico. Abbiamo accordi pure con la Palestina ed è importante mantenerli".

Dopo l’appello dei prof. Il rettore tira dritto:: "I progetti con Israele non saranno toccati"

"La nostra Università rimane aperta e dialogica, e credo sia importante mantenere aperti i collegamenti di comunicazione con Israele". Il rettore di Unimc John McCourt non è tra i quattromila professori universitari che hanno firmato un appello, chiedendo di interrompere le collaborazioni con Israele per protestare contro i bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Tra i sottoscrittori della petizione ci sono una ventina di docenti delle Università di Macerata e Camerino, oltre che dell’Accademia di belle arti, tra i quali la prorettrice di Macerata Natascia Mattucci, la direttrice dell’Accademia Rossella Ghezzi e Giorgio Trentin, direttore dell’Isituto Confucio.

"L’Università di Macerata ha accordi sia con Israele sia con la Palestina, ed è importante mantenerli – dice McCourt –. Credo che la parte più aperta in entrambe le realtà sia proprio negli atenei, e per quanto ci riguarda non abbiamo mai avuto problemi con alcuna delle due parti. Se vogliamo, esiste una diplomazia accademica e si fa anche con coloro con cui non andiamo d’accordo, non solo con chi condividiamo, sennò non è diplomazia. Le linee di comunicazione vanno tenute aperte, e del resto non ci sono collegamenti tra le scelte di un governo e i centri di ricerca. Le università hanno, nei limiti del possibile, la loro autonomia e guai se così non fosse".

Sulla stessa linea la professoressa Francesca Spigarelli, docente di economia applicata e coordinatrice del progetto Trust, che coinvolge anche atenei di Israele, Ucraina e Cina. A settembre, una delegazione di Unimc è stata a Tel Aviv per questo progetto, che vuole individuare soluzioni per incrementare la fiducia nell’utilizzo delle tecnologie digitali da parte di imprese e pubbliche amministrazioni. "È un progetto finanziato dalla Commissione europea e va avanti. Il dialogo della comunità scientifica non deve interrompersi, anzi, tanto più che siamo in un programma del’Unione europea, che non ha preso posizioni da questo punto di vista. In questo partenariato ci sono Ucraina e Israele, e li stiamo includendo nei nostri programmi futuri, anche se in questo momento sono in grande difficoltà, perché in zone teatro di guerra. Alcuni colleghi sono a disposizione dell’esercito, ed è stato choccante per tutti noi. Ma auspichiamo che il dialogo della comunità scientifica possa contribuire a superare il conflitto". Per la professoressa Spigarelli, in sostanza, "non è sospendendo la collaborazione che si ottiene la pace. Non siamo noi i tribunali di chi ha torto o ragione. Come coordinatore del progetto Trust, non posso fare altro che continuare a tenere dialogo aperto. Nel caso della Russia, poi, l’Europa e anche la Crui hanno preso una posizione ufficiale. Sul conflitto israelopalestinese, questo non è successo. E per quanto riguarda me, credo sempre nella collaborazione e nel dialogo per superare i contrasti. In questa vicenda, le posizioni sono radicalizzate e complesse, ma non credo che la chiusura possa aiutare la pace. Se chiudiamo le porte, costruiamo muri che poi sarà difficile abbattere".

Trust in ogni caso, precisa ancora, è un progetto europeo "da cui non posso tagliare fuori nessuno. Inoltre, collaborare con una università non significa aderire alle scelte di un governo, noi parliamo di ricerca scientifica". I docenti di Unimc coinvolti nel progetto sono stati molto toccati da quanto sta accadendo. "A settembre siamo stati a Tel Aviv, e nessuno poteva pensare che le cose sarebbero precipitate. C’era molta tensione, gli studenti il sabato sera erano scesi in piazza per protestare contro alcune regole introdotte da Netanyahu. Ma era una divisione interna. Oggi quello che vediamo è devastante, perché i morti sono morti, non hanno nazionalità, ma dietro c’è molto di più quanto noi possiamo vedere". Tra i firmatari ci sono: Emilio Macchia, Matteo Antonini, Rossella Ghezzi (Accademia); Carolina Vesce, Valentina Parisi, Maria Elena Paniconi, Natascia Mattucci, Marco Lauri, Annalisa Cegna, Valerio Massimo De Angelis, Maurizio Capone, Antonio Fruttaldo, Pasquale Sannino, Federico Valacchi, Pierluigi Feliciati, Giorgia Di Marcantonio, Sergio Labate, , Fabio Clementi, Odetta Pizzingrilli; Ludovica Simionato, David Vitali, e Andrea Di Cicco (Unicam).