Macerata, 30 maggio 2025 – Questa mattina compariranno davanti al gip Daniela Bellesi del tribunale di Macerata nove dei tredici giovani finiti nella rete dei carabinieri nel corso dell’operazione Los Pollos Marche, dal nome della chat su Telegram usata come collegamento tra Roma e Cingoli per gestire il flusso di sostanze stupefacenti.

L’altroieri sono finiti in carcere – nel corso dell’operazione che ha visto impegnati i carabinieri del comando provinciale di Macerata in collaborazione con i militari delle compagnie carabinieri della provincia, dei comandi provinciali di Ancona, Ascoli, Fermo e Roma, dai Nuclei Cinofili di Pesaro e Roma Santa Maria di Galeria e dal 5° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Pescara – Yusif Morsaline, 24 anni, di Jesi, residente a Cingoli; Ibrahim Qochih, marocchino di 26 anni, residente a Cingoli; Abdul Hak Tahiru, ghanese di 26 anni, residente a Filottrano; Arasb Lofti Fard, 20enne di Jesi, residente a Cingoli; Abderrazzaq Ammar, marocchino di 29 anni, residente a Treia; Vasyl Bohdaniuk, ucraino di 25 anni residente a Cingoli; Francesco Gara, 21 anni, di Jesi; Thomas Pioli, 38 anni di Chiaravalle, domiciliato a Cingoli.
Della banda romana sono finiti in carcere Damiano Faitanini, 25 anni; Natascia Costantini, 51 anni, detta “La Signora"; Massimo Fronteddu, 52 anni, e Mattia Grandi, 25 anni.
Ai domiciliari, invece, Sara Fabrizi, 22 anni di Jesi, residente a Cingoli, e Daniele Talamonti, 21enne di Monte San Giusto.
Obbligo di dimora per Nicola Maria Franzese, 21 anni, di Jesi, Andrea Veinca, 21 anni di Santa Maria Nuova, e Anwar Turki, 27enne residente ad Appignano.
Obbligo di firma, infine, per Festime Ceku, 23enne nata a Jesi e residente a Cingoli.
I rapporti tra gli indagati sarebbero cominciati nel 2022 e nonostante la giovane età avrebbero operato nello spaccio di hashish nel maceratese, nell’anconetano e fino alla provincia di Pesaro.
Dalle indagini è emerso che Morsaline gestiva insieme ad altre persone il gruppo Telegram. È emerso, inoltre, che le conoscenze e il rapporto fiduciario con i fornitori romani sarebbero stati appannaggio esclusivo da un lato di Morsaline e dall’altro di Qochich, che avrebbero avuto il ruolo di “coordinatori”. C’erano poi i gregari, che avrebbero effettuato anche cessioni per conto proprio, rifornendosi di volta in volta dai loro promotori, cioè Morsaline e Qochich.
Gli altri fungevano da driver, trasportando lo stupefacente dai depositi agli acquirenti che, nella maggior parte dei casi, in considerazione delle quantità acquistate, erano a loro volta spacciatori e non meri assuntori.
Entrambi i rami sarebbero stati dotati di un proprio deposito di stoccaggio e gli indagati sarebbero stati in grado di vendere oltre dieci chili di hashish a settimana. Questa mattina in tribunale a Macerata interrogatorio di garanzia per Abderrazzaq Ammar, Abdul Hak Tahiru, Thomas Pioli, Arasb Fard Lofti, Ibraim Qochih, Yusif Morsaline, Said Qochih, Vasyl Bohdamiuk e Francesco Gara.
Sono difesi dagli avvocati Mirela Mulaj, Alessandro Bosoni, Sara Scalpelli, Paolo Giustozzi, Luca Froldi, Paolo Cognigni e Alessandro Calogiuri.