Daniela Corsi, direttrice sanitaria dell’Ast, è indagata dopo che la procura di Macerata ha aperto due fascicoli sul caso del reparto di Anatomia patologica. Il primo filone d’inchiesta è legato al presunto mancato rispetto delle norme sulla sicurezza dei lavoratori, mentre nel secondo l’ipotesi di reato è di rifiuto d’atti d’ufficio, contestazione legata ai ritardi nei referti e all’esternalizzazione di alcuni servizi del reparto. All’epoca dei fatti, Corsi era direttrice generale dell’Ast. L’indagine su Anatomia patologica – reparto tornato alla ribalta delle cronache nei giorni scorsi, dopo la denuncia di un paziente che ha dovuto aspettare cinque mesi e mezzo per l’esito di un esame istologico che ha portato alla diagnosi di tumore – era emersa nel maggio del 2023, dopo una serie di segnalazioni su referti e accertamenti in ritardo, ed esternalizzazioni dubbie. Il reato ipotizzato inizialmente era omissione d’atti d’ufficio. Le indagini si sono concentrate sulle condizioni lavorative nel laboratorio del reparto, dove si sarebbe accumulata una significativa quantità di campioni da analizzare, con una concentrazione di formaldeide sopra il livello di guardia. Per questo filone di inchiesta, mesi fa era stato fatto un decreto penale di condanna per 14mila euro. Ma il gip lo aveva rigettato perché agli atti mancavano documenti importanti a sostegno dell’accusa. Il secondo troncone riguarda, invece, i ritardi nell’analisi dei campioni. Agli atti ci sono le segnalazioni dei pazienti (anche oncologici) che aspettavano da mesi i referti e le mail dell’ex primario che prima di essere trasferito aveva segnalato che il reparto sarebbe rimasto sotto organico. Con l’accumularsi dei campioni da analizzare, sarebbe stato affidato l’incarico (peraltro senza determina) a un laboratorio di Pesaro, che però non avrebbe avuto i requisiti per quelle lavorazioni.
CronacaDue fascicoli su Anatomia patologica. Indagata la direttrice sanitaria Corsi