
Due mesi di lavori a Sant’Agostino
Don Roberto Zorzolo cerca casa, magari all’interno del chiostro dell’antico convento degli agostiniani, per stare vicino alla chiesa della sua parrocchia e per evitare di albergare nella più scomoda per lui casa del clero del Duomo. Ora, però, deve trovare anche un luogo di culto agibile perché presto inizieranno i lavori nella chiesa di Sant’Agostino a Recanati, di proprietà comunale, per la realizzazione dell’impianto di riscaldamento per il prossimo inverno, una richiesta avanzata da tempo sia dallo stesso parroco che dai parrocchiani, dei quali molti sono anziani. L’Amministrazione Comunale ha deciso di investire qui il finanziamento di 130 mila euro ottenuto dal Ministero per gli interventi di efficientamento energetico sul patrimonio comunale. Strada facendo si è deciso di apportare una miglioria ai lavori in corso prevedendo di realizzare l’impianto di riscaldamento a pavimento in luogo di quello inizialmente previsto con l’utilizzo di termoconvettori. Ciò è possibile anche grazie alla variazione di bilancio approvata dal Consiglio a fine ottobre che ha messo a disposizione l’ulteriore somma di 60 mila euro. Infatti il nuovo progetto comporta un maggior costo di opere edili, consistenti nella rimozione ed il rifacimento di una porzione del pavimento della cxhiesa che dovrà, quindi, restare chiusa al culto per almeno un paio di mesi. Ma le funzioni religiose dove saranno officiate? Si pensa di riaprire al culto la vicina chiesa di San Vito considerato anche che la chiesa di San Domenico, che fa parte della stessa parrocchia ed è ubicata in piazza Leopardi, è ancora chiusa per via del terremoto anche se, al suo interno, è stato installato un cantiere da alcune settimane per mettere in sicurezza l’intero edificio religioso. Anche se i lavori dovessero andare avanti senza intoppi, non sembra, però, possibile sperare in una riapertura della chiesa, non prima della prossima primavera. La chiesa di San Vito sino ad oggi è sempre stata utilizzata solo in particolari eventi, per la festa del patrono, il martire San Vito appunto, e per le funzioni della settimana pasquale, perché è ancora pregna di umidità, non ha il riscaldamento e necessiterebbe di alcuni interventi malgrado negli anni passati si siano spesi molti soldi per renderla fruibile. L’edificio religioso, necessiterebbe di un massiccio intervento di bonifica come anche sollecitato dal Servizio Igiene dell’Ast di Macerata. In ballo c’è anche un’ultima ipotesi: quella di utilizzare la chiesa di Montemorello, davanti a casa Leopardi, che però resta troppo lontana dal centro cittadino.