"Due omicidi, spaccio e risse: è troppo"

Residenti e turisti choccati: "Non c’è più tempo da perdere, servono più controlli per non rovinare del tutto l’immagine della città"

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di Chiara Gabrielli

Una città profondamente ferita, per la seconda volta nel giro di dieci giorni: così Civitanova si è svegliata, ieri mattina, col solito viavai di bagnanti, turisti, residenti, ragazzi e famigliole a passeggio, a commentare un secondo, brutale omicidio avvenuto per strada, in via D’Azeglio, sul lungomare sud, lunedì alle 21.30, quando la movida era appena iniziata.

Lorenzo, in questo periodo a Civitanova con la famiglia, si è imbattuto nel precedente pestaggio, quello di sabato sera che poteva finire molto peggio senza l’intervento di due turiste che ha indotto gli aggressori a scappare: "Ci vogliono più forze dell’ordine in strada, soprattutto la sera. Sabato, mentre un pakistano veniva picchiato, ero a spasso con i bambini, è stata una scena terribile, che ci saremmo risparmiati volentieri. Magari chi sta già in vacanza qui ormai ci resta, ma certo questi fatti non sono una bella cartolina per la città. La sera poi è un continuo di ragazzi fuori controllo per l’alcol".

Brunella Baldi abita a due passi dal luogo in cui è stato ucciso Amri Rachid, quando lunedì sera ha visto i lampeggianti ha chiuso le finestre, non voleva più vedere: "Non mi sono nemmeno affacciata – racconta –, vivo a Civitanova da 30 anni e il giro di droga è stato sottovalutato, ma è chiaro che non si può continuare così. È brutto non poter nemmeno aprire le finestre. Tutti sanno quali sono le zone più pericolose, quindi perché non intervenire con azioni mirate? Qui, nel parco accanto, ogni notte ci sono persone che bivaccano. È il momento di potenziare la sicurezza. Questa cultura dello sballo a tutti i costi, poi, è davvero triste. Ci sono ragazzini ubriachi fradici che quasi ogni sera passano di qui, urlando a squarciagola". "Per non parlare della musica a tutto volume fino alle 5 del mattino – aggiunge un’altra signora, 80 anni e residente a Civitanova da 57 –, non si vive più".

"Due omicidi in dieci giorni uccidono l’immagine della città – dice Mauro Mondadori, dello chalet Figaro, a due passi dal luogo di questa ennesima tragedia –, c’è gente da Roma, Milano, Torino che mi sta chiedendo cosa mai sta succedendo qui da noi. Servono più forze dell’ordine in strada, far vedere le divise che possono fare da deterrente, e interventi mirati nelle zone più pericolose. C’è un problema, a monte, di mancata integrazione degli stranieri".

Maurizio Masi e la moglie Maria Menichincheri, appena arrivati da Milano, pensano che Civitanova sia "la classica cittadina ordinaria, bella, tranquilla. A Milano è il Far West, ma certo, per una cittadina con così pochi abitanti, due omicidi nel giro di dieci giorni sono un record. È la società che diventa sempre più violenta, in generale".

Giuseppe Fusco, di Pordenone, in vacanza a Civitanova con la moglie, commenta: "Deve esserci un problema sociale, di mancata integrazione, ma purtroppo è un disagio che abbraccia tutta l’Italia, da Nord a Sud", mentre Piero, da Perugia, tiene a dire: "Sono episodi sporadici, poteva capitare ovunque. Peccato che sono successi ora, proprio nel periodo clou per il turismo".

Gabriele Micarelli, dello chalet Gigetta, a pochi metri da via D’Azeglio, è stanco di tutto questo: "Lo spaccio qui avviene alla luce del sole – spiega –, e se c’è così tanto spaccio è perché c’è una richiesta elevata. C’è anche il problema della somministrazione incontrollata di alcol ai ragazzini. L’immagine di questa città non è ancora rovinata del tutto, ma non c’è più tempo, si deve intervenire subito e con azioni mirate. È un peccato vedere distrutta la bella immagine della città economicamente più importante della provincia. Purtroppo, però, gli episodi violenti sono all’ordine del giorno, spesso assistiamo a dei pestaggi qui sul lungomare, e anche in spiaggia ci sono situazioni sgradevoli".