Due pastori abruzzesi per custodire il gregge

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Il Parco nazionale dei Monti Sibillini, nella stagione estiva, ha accolto un progetto di tesi della prof Alessandra Roncarati della Scuola di bioscienze e medicina veterinaria di Unicam. Lo scopo: individuare le vulnerabilità di un’azienda del territorio rispetto alle predazioni da fauna selvatica, in particolare riferibili al lupo, e proporre azioni per prevenirle e contrastarle. Lo studio si è svolto sul Monte Cardosa, a Visso, applicando il metodo Pan (Predatori allevatori natura) messo a punto dal prof Giampaolo Pennacchioni del Centro studi per l’ecologia e la biodiversità degli Appennini (Cseba) in collaborazione con Andrea Gallizia del Project Wolf Ethology. La tematica ha suscitato l’interesse di una studentessa, laureanda in medicina veterinaria, che è stata coinvolta in tutte le fasi sperimentali su un’azienda oggetto di studio. Alla luce di quanto analizzato, i ricercatori hanno suggerito all’allevatore il rafforzamento del gruppo canino preposto alla custodia del gregge con l’acquisizione di due cuccioli di pastore abruzzese provenienti da un allevamento di fiducia dello Cseba, in provincia dell’Aquila. In un’ottica di convivenza fra attività agro-silvo-pastorali e fauna selvatica, a primavera, per contribuire all’acquisto di materiale per la prevenzione del patrimonio agricolo e zootecnico, l’ente ha messo a bando 86mila euro. Al momento, alle aziende che ne hanno fatta richiesta, ne sono stati erogati 26.500.