"Due vallate rischiano di restare senz’acqua"

Anche Principi, direttore dell’Ato 3, boccia il progetto del Consorzio di Bonifica per riempire Castreccioni: "Travaso impensabile"

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"Il progetto del Consorzio Bonifica per ricaricare Castreccioni? Le vallate del Chienti e del Potenza rischiano di rimanere senz’acqua". Lapidarie le parole di Massimo Principi, direttore dell’Ato 3, in merito al progetto che il Consorzio di Bonifica avrebbe presentato, senza portarlo a conoscenza degli organi assembleari provinciali e regionali, per accedere ai fondi del Pnrr. Un progetto di cui i primi cittadini di Sefro, Fiuminata e Pioraco, sono venuti a conoscenza attraverso una intervista del tecnico del Consorzio, Nafez Saqer, rilasciata in una tv locale. E mentre i tre sindaci sono pronti a dichiarare battaglia qualora il progetto non venisse immediatamente ritirato, Principi fa chiarezza sui possibili scenari che ne potrebbero derivare. "I problemi legati a questa idea sono di due tipi: il primo è che ci sono degli equilibri idrogeologici e un travaso di questo genere necessariamente può portare scompensi. Al momento è sicuramente sconsigliabile un’operazione del genere in termini di modifica dell’ambiente. Poi abbiamo un problema di ordine pratico. Le valli interessate si troverebbero private di una importante risorsa visto che sono già oggi in deficit idrico. Se l’acqua la togliamo da una parte per portarla da un’altra, è ovvio che ne pagano le conseguenze i comuni che vengono privati di questa risorsa". Questi problemi sono ben noti al Consorzio di Bonifica che già nel 2008 (ma ancor prima negli anni ‘80) aveva tentato di effettuare l’opera, per poi riprovarci nuovamente nel 2020. Quell’anno però il progetto era stato stralciato proprio perché ritenuto irrealizzabile per le conseguenze che avrebbe provocato. "Il presidente - ricordano i tre sindaci a tal proposito - ci aveva dato la sua parola che non se ne sarebbe più parlato. E invece eccoci di nuovo qua. A parlarne". E quando Principi sostiene che la provincia di Macerata rimarrebbe senza acqua si riferisce alle utenze domestiche: "Consideriamo che del consumo di acqua a livello generale, l’idropotabile rappresenta il 20%, ma è l’utente agricolo quello che impatta maggiormente (60%). Quindi - osserva - prima di pensare a prendere risorse altrove si dovrebbero incentivare sistemi di agricoltura meno invasivi. Con episodi maggiormente siccitosi come faremo poi? Le alte valli del Chienti e del Potenza sono quelle che distribuiscono acqua a tutta la vallata fino al mare. Quindi, l’idea che vuole attuare il Consorzio di Bonifica danneggerebbe l’intera provincia perché tutti i comuni attingono dall’acqua di questi due fiumi".

Gaia Gennaretti