È ora di iniziare tutti a fare la nostra parte

Migration

Mauro

Grespini

Si muore di guerra, ma anche di crisi climatica. "E succederà ancora, purtroppo. Questa è l’unica e amara tristezza dopo il diluvio nelle Marche": hanno scritto gli esperti dicendo che giovedì sera, in 3-4 ore, è caduta la pioggia di 6 mesi. Impauriti, abbiamo visto tutti le immagini della tragedia e seguito col cuore in gola la sorte del piccolo Mattia, 8 anni, strappato dalle braccia della mamma dall’inaudita violenza della piena e inghiottito da acqua e fango. Al loro posto potevano esserci mia figlia, sua coetanea, e mia moglie (che pure è farmacista come la madre). Il solo pensiero mi toglie il fiato.

Ora, si può ragionare sull’imprevedibilità di un fenomeno così intenso in quell’area, però è certo che gli eventi estremi legati al clima continuano ad aumentare: dall’inizio del 2022 sono oltre 130 in Italia, il numero più alto della media annua dell’ultimo decennio. I tecnici non escludono il rischio di un autunno ancor più pericoloso. Si sa, la natura è da sempre "matrigna", ma, come ha detto di recente Papa Francesco (1° settembre, Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato), "stiamo raggiungendo un punto di rottura" e quindi "è necessario agire, tutti, con decisione", perché serve "una conversione ecologica individuale e comunitaria". E "se il clima è cambiato – puntualizzano i geologi – anche il nostro approccio deve cambiare".

Ciascuno di noi deve adoperarsi per aumentare il livello di resilienza di fronte a questi eventi. Già prenderne coscienza sarebbe il punto di partenza ottimale!