"Ecco le nostre idee per la casa di riposo"

Sclavi: "Realizzare una sorta di resort". Luconi: "In programma mini appartamenti". D’Este: "Priorità a un centro per le demenze"

Migration

Ospedale e anziani sono due temi che rientrano nel programma di tutti e tre, considerando anche che la popolazione sta invecchiando.

Ci sono anziani in lista di attesa per la casa di riposo. Oltre a questo, però, non si potrebbe ragionare su una forma di cohousing per persone sole e autosufficienti?

Sclavi: "Per la casa di riposo prima del Covid c’era una lista d’attesa lunghissima, con pochi posti a disposizione, soprattutto per le donne; poi c’è stato un calo, con meno ospiti. Bisogna iniziare a ragionare anche come una sorta di resort, dove sentirsi protetti perché basta suonare un campanello e arriva qualcuno, con mini appartamenti e spazi comuni di carattere culturale, sanitario e ludico-ricreativo. Quindi la nostra casa di riposo potrebbe avere una vocazione residenziale. Con la Civica Assistenza Tolentino potremmo approfondire questo discorso. Poi c’è anche chi preferisce vivere da solo in campagna ed usufruire dei servizi; in tale caso occorrerebbe potenziare la vocazione turistica. Intanto purtroppo si sta spianando la strada ai privati, con il rischio di depauperare la casa di riposo. Avete cambiato gli statuti (dice rivolgendosi a Luconi, ndr) per la nomina delle persone, il cda non è più eletto dal Consiglio comunale".

D’Este: "A me sta particolarmente a cuore, avendo anche partecipato in questi mesi a incontri con i soggetti coinvolti. Vorremmo realizzare un centro strutturato per le demenze, che possa fornire servizi sia in residenza che con assistenza familiare. Sta aumentando la problematica dell’Alzheimer. Alla casa di riposo ci sono in piedi dei progetti che spero vengano realizzati e che venga potenziata l’accoglienza. Si tratta di un’eccellenza: può e deve diventare un risposta non solo per la città ma per tutto il territorio".

Luconi: "Ci sono 5 milioni nel Psr per la casa di riposo, che sono stati approvati nel corso delle ultime settimane. Stiamo pensando a due realtà per gli anziani: una per gli autosufficienti, rimodulando lo stabile attuale, con mini appartamenti mantenendo la propria privacy e allo stesso tempo avendo assistenza. Per quanto riguarda i non autosufficienti, stiamo trattando il terreno di fianco a dove sorgerà l’ospedale di comunità perché lì vorremmo creare la struttura. Abbiamo chiesto anche alla curia se c’è la volontà di ricostruire la chiesa dei Cappuccini o se si può avviare un tavolo di lavoro per capire se sia possibile acquisire determinati spazi. Ci tengo a precisare che ad oggi la gestione della casa di riposo è del tutto cittadina; la nomina avviene come per la municipalizzata Assm".

Il San Salvatore diventerà un ospedale di comunità. Il personale medico, sanitario e infermieristico è carente in tutta la regione e la guardia medica da noi non c’è più. Come invertire la rotta?

Luconi: "Il nuovo ospedale manterrà diagnostica e posti letto. Purtroppo se il personale manca, il sindaco non può fare altro che esprimere le proprie rimostranze, ma non decide. Basti pensare che un concorso per ginecologo era andato deserto. A monte sussistono problemi con le università a numero chiuso. La guardia medica non c’è, è stata trasferita a Caldarola (a 7 chilometri): la scelta era tra il Punto di primo intervento o la guardia medica, togliere il Ppi sarebbe stato ancora più gravoso per una comunità come la nostra". D’Este: "All’orizzonte politico, c’è una tendenza generalizzata a premiare il privato piuttosto che il pubblico. Per fare una risonanza magnetica urgente a livello oncologico si è costretti a pagare 500 euro. La sanità non può essere un lusso, ma un diritto che va garantito a tutti. La politica deve farsi sentire nelle dovute stanze, visto che abbiamo pochissima rappresentazione regionale e provinciale. Sono abituato a frequentare chi abita nei sottoscala e sento questa fragilità; una grande percentuale rinuncia alle cure sanitarie per impossibilità economica. Da troppo tempo stiamo aspettando la ristrutturazione dell’ospedale: dobbiamo fare da sentinelle".

Sclavi: "L’ospedale ad oggi non c’è e non ce l’avremo per diversi anni. I posti sono 40 di cure intermedie (gestione infermieristica e del medico di famiglia), con zero posti letto per acuti, e anche la diagnostica va contrattata. Ci stiamo attivando con percorsi fatti da infermieri, medici di base e specialisti: devo andare in Regione per stabilire un percorso diagnostico terapeutico assistenziale per trattare a casa i pazienti. Farò di tutto per evitare che succeda come per il campus. Se non dovessi vincere, passerei i progetti a coloro che vincono".