
Processi per diffamazione bipartisan, ieri in tribunale, dove erano imputati in un processo l’assessore provinciale della Lega Luca Buldorini, e in un altro il segretario provinciale del Pd Angelo Sciapichetti e l’ex presidente del Gus Paolo Bernabucci. Galeotto, per entrambi, è stato Facebook. Il primo episodio risale al febbraio 2018. Nella tempesta scatenata dopo l’omicidio di Pamela Mastropietro e la sparatoria di Luca Traini, Carlo Cambi pubblicò un articolo sul quotidiano "La verità" parlando del Gus e dell’accoglienza dei migranti in città. Bernabucci scrisse allora su Facebook: "Fake news. Anche questa mattina ho la fortuna di ricevere una bella dose di m... L’autore è sempre lo stesso. I miei giovani amici chiedono che si risponda alle tante falsità e per questo uscirà un comunicato ufficiale del Gus. Da spirito libero quale sono invito l’autore a un incontro con me, durante il quale potrà rivolgermi tutte le domandeaccuse e io avere la possibilità di rispondere". Sotto a questo post Sciapichetti, all’epoca assessore regionale, aveva scritto: "Spazzatura allo stato puro". Dopo la querela, Bernabucci e Sciapichetti sono finiti sotto processo per diffamazione.
Ieri nella prima udienza, l’avvocato Gianluca Gattari ha fatto presente al giudice Barbara Angelini un difetto di notifica, e l’udienza è stata rinviata al 19 gennaio. Bernabucci, all’epoca oggetto di continui attacchi, sostiene di non aver voluto offendere Cambi. Il giornalista si costituirà parte civile con l’avvocato Giancarlo Nascimbeni. Sciapichetti invece è difeso dall’avvocato Giovanna Matteucci.
Risale invece al dicembre 2020 il post su Facebook che ha mandato a processo l’assessore provinciale Buldorini: sotto a una immagine del sindaco di Appignano, Osvaldo Messi, aveva scritto: "Dimettetevi... bugiardi", con di fianco la foto di una persona che mimava le manette. Il processo è stato rinviato ad aprile, per aprire l’istruttoria. "Mi dispiace che Messi si sia sentito offeso da quella che era e voleva essere una critica per una inadempienza rispetto all’impegno di realizzare la casa di riposo ad Appignano – commenta Buldorini, difeso dall’avvocato Paolo Giustozzi -. Si tratta di un’opera strategica la cui mancata realizzazione ha suscitato vibranti proteste dei cittadini di Appignano a cui ho ritenuto fosse mio dovere dare voce".
Paola Pagnanelli