"Enrico Mattei è un esempio italiano per tutti"

Nel sessantesimo anniversario della sua morte la città lo ha commemorato con il presidente Acquaroli, Paolo Mieli e ministri algerini

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di Matteo Parrini

La memoria di Enrico Mattei a 60 anni della scomparsa è più viva che mai e lo ha dimostrato il gran numero di persone giunte ieri da mezza Italia per le celebrazioni organizzate dalla Fondazione Enrico Mattei e dall’amministrazione comunale per ricordare il fondatore dell’Eni o "il costruttore della repubblica", come lo ha definito il capo dello stato Sergio Mattarella in un messaggio che con orgoglio, insieme a quello della premier Giorgia Meloni, è stato richiamato dal sindaco Massimo Baldini. A rendere omaggio al principale autore del miracolo economico italiano, in una solenne giornata dedicata tutta a lui, sono stati tanti sindaci del circondario, di Acqualagna (Luca Lisi), suo paese natale, quindi il presidente della Provincia di Macerata Sandro Parcaroli e della Regione Marche Francesco Acquaroli, il giornalista Paolo Mieli, il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, Patrizia Giunti presidente della Fondazione Giorgio La Pira, i rappresentanti dell’Apve, l’associazione pionieri e veterani dell’Eni. Il primo commovente saluto corale si è tenuto alla monumentale tomba del cimitero cittadino, dove alla presenza della nipote Rosy Mattei e del pronipote e presidente della Fondazione Enrico Mattei, Aroldo Curzi Mattei, è stata deposta una corona di alloro. "Se l’Italia ancora oggi può godere di certi benefici economici e di una posizione di rilievo nello scacchiere internazionale lo deve a lui", ha dichiarato Aroldo Curzi. Poi si è passati nella cornice del Piermarini, dove con una serie di interventi è stata messa in risalto l’attualità di un uomo che ebbe una straordinaria visione economica e politica, finendo vittima sui cieli di Bascapè delle oscure trame internazionali del potere. "Mattei ancora oggi – ha dichiarato il governatore regionale Francesco Acquaroli – rappresenta una figura di assoluta attualità, un esempio incredibile per giovani, istituzioni, politica e mondo delle imprese, ravvivando l’orgoglio di noi italiani per quanto fece. Fu l’italiano con maggiore visione, strategia e coraggio, doti che tradusse in fatti e azioni concrete e, a 60 anni di distanza, ci lasciano ancora un’eredità importante che dobbiamo coltivare". Molto sentite pure le parole dell’ex ministro algerino Dahou Ould Kablia, intervenuto con un videomessaggio, definendo Mattei "un grande amico dell’Algeria che ebbe una visione strategica geopolitica di elevata portata internazionale". A fargli eco è stato poi il ministro consigliere del governo algerino Kamel Chir, che ha ricordato "quanto ancora oggi l’Algeria sia legata al ricordo di Mattei nei rapporti che abbiamo con l’Italia". Riguardo invece ai misteri della sua morte, intervento di primo piano è stato quello del professore Donato Firrao, docente del Politecnico di Torino. Paolo Mieli invece ha ricostruito il profilo dello statista, soffermandosi sul fatto che "la politica richiedeva il suo aiuto e non viceversa, riuscendo a tenere rapporti con tanti esponenti economici italiani ed esteri".