"Esordio e qualificazione ai mondiali: due emozioni indescrivibili"

Il cestista Luca Serafini di Porto Potenza è stato tra gli artefici del grande risultato ottenuto dall’Italia "Il ct Pozzecco sa cosa dirti e come prenderti. Spero di disputare una bella stagione con il Derthona"

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di Giorgio Giannaccini

"Debuttare con la maglia della nazionale, in un palazzetto strapieno e davanti alla mia famiglia e ai miei amici, è stata un’emozione unica". A dirlo è Luca Severini, il cestista 26enne, originario di Porto Potenza, play-guardia del Derthona Basket, in serie A. Ha disputato il suo primo primo match ufficiale con l’Italbasket, a Pesaro, contro la Spagna. Pochi giorni dopo si è ripetuto, a Tbilisi, nella partita che l’Italia ha vinto per 85 a 84 contro la Georgia, e che ha visto il team azzurro qualificarsi per i prossimi mondiali.

Severini, è stato più bello il debutto in azzurro oppure la partita successiva con la quale l’Italia ha strappato il pass per il mondiale?

"Entrambi i momenti sono stati indescrivibili: contro la Georgia, è stato bellissimo aver contribuito alla qualificazione, in una partita in bilico fino all’ultimo, che rende tutto ancora più incredibile".

Il commissario tecnico della nazionale è la leggenda Gianmarco Pozzecco: che allenatore è?

"Non è un allenatore classico, è particolare, perché a differenza degli altri è stato un giocatore e sa cosa dirti per farti giocare meglio e come prenderti. Dopo la partita contro la Spagna mi ha fatto i complimenti. Tra l’altro, questa estate mi aveva telefonato lui, dicendomi che ero stato convocato per il raduno a Trieste, quando avevo poi giocato in amichevole contro la Slovenia. Non mi aspettavo la convocazione, tant’è che ero tornata a casa da due giorni".

Le sue gesta non sono passate inosservate a Porto Potenza, anche il sindaco Noemi Tartabini si è congratulata con lei sui social.

"Mi ha fatto molto piacere, non posso negarlo, così come diversi amici mi hanno mandato dei messaggi al cellulare".

Che rapporto ha con la sua città d’origine? Ci torna spesso?

"Quasi sempre d’estate, a fine campionato, per una ventina di giorni. Principalmente riposo, incontro i vecchi amici, e poi qualche cena insieme. Loro dicono che ormai ho perso il mio accento marchigiano. Ovviamente, approfitto pure per stare a casa con la mia famiglia".

Quali sono i luoghi che frequentava in città?

"Quelli della mia infanzia: la scuola, il cinema di Porto Potenza e il palaPrincipi, dove ho cominciato a giocare a basket quando avevo otto anni con la Sacrata".

Come mai da piccolo aveva il scelto come sport proprio il basket?

"Per caso, perché molti miei compagni di classi e amici ci giocavano, quindi è cominciato per divertimento e ho continuato. E alla fine è diventata un vera e propria passione".

Ma poi a 18 anni ha spiccato il volo nella pallacanestro, approdando alla Virtus Siena...

"Ero piccolo e andare via da casa non era una decisione semplice, all’inizio la cosa mi spaventò. Ma il basket era la mia passione, un sacrificio andava fatto. Poi sono andato avanti, arrivando fino alla serie A".

Che giocatore è Severini?

"Ultimamente la mia specialità è il tiro da tre punti, e poi aiutare i miei compagni nella fase difensiva. Fuori dal campo, invece, sono un ragazzo normalissimo, gioco alla Playstation e guardo le serie tv".

Il prossimo obiettivo sarà disputare il mondiale?

"Intanto, spero di fare una buona stagione come l’anno scorso. Poi c’è l’ambizione del mondiale, ma non sarà facile, la concorrenza nel mio ruolo è tanta e agguerrita".