"Ex Gabrielli, finanziatori pronti alla ripartenza"

I sindacalisti Gay (Cisl) e Liberati (Cgil): "Intenzione importante, primo passo per una soluzione positiva a questa crisi che va avanti"

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di Lucia Gentili

"Un passo in avanti per l’ex Nazareno Gabrielli (oggi Boost) di Tolentino. Si sono chiuse le votazioni dei creditori per il concordato e hanno portato al risultato sperato. C’è l’intento, da parte dei finanziatori, di partecipare al piano di ripartenza dell’azienda". A parlare è il segretario generale Cisl Reti Marche e Fistel Cisl Alessandro Gay che, insieme al segretario Sic Cgil di Macerata Biagio Liberati, ha comunicato ai lavoratori la novità. "E’ il primo passo necessario per cominciare a intravedere una soluzione positiva di questa crisi – spiegano i sindacalisti –. Ora, però, dovremo capire le tempistiche e le modalità di pagamento delle liquidazioni dei cessati e degli arretrati degli stipendi (riferiti alla fase di concordato e ai prepensionamenti, ndr). Dopo il decreto di omologa (che sarà emesso dal giudice almeno tra 2-3 settimane) comincerà comunque una fase estremamente delicata, dove l’azienda dovrà necessariamente far fronte a tutti i suoi impegni senza ulteriori rimandi, rispettando quanto previsto nel piano". La produzione alla Boost è ripartita da fine luglio e, con il rientro dalle ferie, sono stati convocati tutti i dipendenti (74 circa, tra prepensionamenti e uscite volontarie di chi nel frattempo aveva trovato un’altra occupazione). Alla pelletteria di contrada Cisterna, con oltre 120 anni di storia alle spalle, che produce soprattutto agende e diari, per ora, fino a fine anno, gli ordini non mancano. "Il piano presentato all’ultimo incontro con l’azienda – aggiunge Gay – prevede un potenziamento del sito produttivo di Tolentino, con investimenti sui macchinari e sullo stabile; oltre al mantenimento dei livelli occupazionali e alla continuità produttiva, prevede anche nuove assunzioni. Come organizzazioni sindacali, però, dobbiamo verificare che la proprietà rispetti quanto prospettato. Credo inoltre che fisiologicamente, perché di solito è stato così in quanto i primi mesi dell’anno questo settore lavora un po’ mano, a gennaio sia attivata la cassa integrazione". "I creditori hanno creduto nel piano – aggiunge Liberati –. Ora bisogna vedere se vengono rispettati tutti i passaggi. Per adesso si tratta di una buona notizia e siamo fiduciosi che il piano venga seguito. Ma si tratta comunque di un concordato, e la situazione va monitorata. Sia per fare in modo che i lavoratori dimissionari recuperino i soldi arretrati sia per garantire il mantenimento occupazionale degli attuali lavoratori".