Ex Upim Macerata, si fanno avanti due imprenditori

Aperta la trattativa per rilevare i locali di corso Matteotti: l’ipotesi di operatori della grande distribuzione, ma niente negozio monomarca

I locali che un tempo ospitavano l’Upim in corso Matteotti sono vuoti da oltre 15 anni

I locali che un tempo ospitavano l’Upim in corso Matteotti sono vuoti da oltre 15 anni

Macerata, 12 novembre 2019 - Si accende una luce sui locali dell’ex Upim. Dopo anni di silenzio su una delle strutture storiche di corso Matteotti, ormai caduta nel degrado, in questi giorni qualcosa sta iniziando a muoversi. Ci sarebbe, infatti, l’interesse a rilevare la struttura da parte di un paio di imprenditori della grande distribuzione che hanno già avuto contatti sia con i proprietari dell’immobile, che con il Comune.

Ancora presto per dire come l’ex Upim potrebbe diventare, ma quei locali potrebbero tornare alla loro antica vocazione: quella commerciale, con spazi di vendita per prodotti di tipologie differenti. Non un monomarca, quindi, cioè un punto che si distingue per la vendita dei prodotti di un determinato marchio. Un passaggio che avrebbe riportato alla mente quando una decina di anni fa i responsabili di Zara andarono a ispezionare i locali, ma il progetto non andò in porto perché il centro non garantiva quel livello minimo di clientela prevista per aprire un punto vendita. Questa volta, invece, si tratta di più beni della grande distribuzione e dietro non c’è nessun imprenditore straniero, ma tutti rigorosamente made in Italy.

Altri incontri sono previsti nelle prossime settimane, perché rilevare una struttura complessa e chiusa da tanto tempo, come l’ex Upim, non è poi così facile. Il progetto sulla grande distribuzione permetterebbe così ai locali di tornare a essere aperti 365 giorni l’anno e non più sporadicamente come fatto negli ultimi tempi, quando a essere utilizzato è stato solo il piano che affaccia lungo corso Matteotti, dove sono state ospitate mostre o presentazioni di libri.

"L’ultimo vero progetto di riqualificazione previsto per l’intera struttura risale ormai a giugno dell’anno scorso quando è sfumata l’idea di acquisto presentata dall’Università che lì avrebbe voluto realizzare uno spazio con 550 posti per la didattica, più spazi di co-working, per un totale di circa 2.000 metri quadrati a disposizione, con un investimento di oltre 2,5 milioni. A far naufragare l’accordo un difetto di illuminazione naturale: nel progetto presentato dall’ateneo, secondo il Comune, al piano interrato mancavano finestre o aperture che consentissero di far filtrare alla luce naturale. E così nulla si è più concretizzato per l’ex Upim che, dal 2003, è tristemente vuoto.