LUCIA GENTILI
Cronaca

L’impresa di Fabio Messi: a 62 anni scala 28 cime dei Sibillini in 23 ore

Il maceratese ha toccato tutte le vette sopra i duemila metri: "Sono partito con cinque bottigliette d’acqua da mezzo litro. Il momento più bello? La notte, eravamo solo la montagna e io"

Il maceratese Fabio Messi, 62 anni, su una vetta dei Sibillini
Il maceratese Fabio Messi, 62 anni, su una vetta dei Sibillini

Macerata, 17 settembre 2023 – Ha scalato in solitaria le cime dei Monti Sibillini che superano i 2000 metri – e sono ben 28 – in 23 ore consecutive. A 62 anni. Una sfida con se stesso, quella del maceratese Fabio Messi. Dalle escursioni al deltaplano, dallo scialpinismo al parapendio, fino alle attuali gare di ultra trail, vive e ama da trent’anni la montagna. Centinaia e centinaia le uscite, in diverse parti d’Italia. Ma "casa", per lui, sono i leopardiani Monti Azzurri.

Ora vive ad Amandola, dopo dieci anni di residenza a Sarnano; è in pensione dal 2018, prima lavorava come autista. Per un periodo è stato anche aiuto istruttore del Cai di Macerata. Ora è iscritto all’associazione dilettantistica Acli Macerata, di cui è presidente Ulisse Gentilozzi. "Lo sport, da ragazzo, mi ha salvato la vita – esordisce Messi –. Altri amici all’epoca finirono in brutti giri e oggi purtroppo non ci sono più. Io come potevo andavo fuori città per stare a contatto con la natura. Ho scoperto i monti e non sono riuscito più a farne a meno". Lo scorso 16 agosto ha messo in atto l’impresa sulle creste più alte, dalle 5.20 alle 4.20 del giorno successivo, da Foce (Montemonaco) a Foce. Non una "semplice" traversata, ma un percorso ad anello.

Messi, che giro ha fatto?

"In tutto 78 chilometri e 6200 metri di dislivello, tra le province di Ascoli e Macerata. Queste le cime, M. Sibilla (2173 metri), Cima Vallelunga (2221), M. Porche (2233). Cima di Vallinfante (2113), M. Bove sud (2169), M. Bicco (2052), Pizzo Berro (2259), M. Priora (2332), M. Rotondo (2102), M. Avuto (2035), Pizzo Tre Vescovi (2092), M. Bove nord (2112), Cima di Passo Cattivo (2065), Palazzo Borghese (2145), Sasso di Palazzo Borghese (2119), M. Argentella (2200), Cima di Forca Viola (2230), Quarto San Lorenzo (2247), Cima dell’Osservatorio (2350), Cima del Redentore (2448), Pizzo del Diavolo (2410), Cima del Lago (2422), Punta di Prato Pulito (2363), M. Vettoretto (2062), Cima di Pretare o il Pizzo (2281), M. Vettore (2476), M. Torrone (2117), Sasso d’Andrè (2100)".

La criticità principale?

"Il problema più grande è la mancanza di fonti/acqua in cresta, così ho cercato di dosare al massimo quel poco che avevo. Io so come comportarmi in certe situazioni, ma non consiglierei a nessuno di farlo, a meno che non si tratti di un esperto. Sono partito con 5 bottigliette da mezzo litro, due le ho nascoste durante il tragitto (per riprenderle al ritorno), altre 5 le ho comprate al rifugio del Fargno. Un totale di 5 litri per tutto il giro. Ho alternato barrette, mini sandwich alla curcuma e cereali con la feta".

Il momento più bello?

"Di notte: eravamo io e la montagna. Uno spettacolo. Il mio amore per la montagna deriva dall’amore per la natura e gli animali (da Cima Redentore a Pizzo del Diavolo mi ha fatto compagnia un camoscio), per il silenzio, il rumore del vento e dei passi sulle foglie e sulla roccia".

Prossima impresa?

"Per scaramanzia non lo svelo mai. Posso dire cosa farò a livello di gare; quelle lunghe, più adatte alla mia età, che mi hanno dato più soddisfazione sono: Lavaredo Ultra Trail (Dolomiti) e Valdambra Trail (Toscana) sui 120 chilometri. I Sibillini sono una "bella palestra". Il 6 ottobre torno in Val d’Ambra".

Bisognerebbe puntare di più sulla promozione dei Sibillini?

"Sì, ma con un turismo più sostenibile. Dopo il Covid è aumentato il numero di persone che non ha mai messo in montagna e non la rispetta. Vado spesso in giro con un sacchettino e con i guanti per raccogliere i rifiuti lasciati da incivili. Abbiamo posti meravigliosi e pieni di leggende sulla Sibilla".

Fino a che età si immagina di fare escursioni?

"La montagna non ha limiti di età perché si può vivere a più livelli. Io spero di poterci andare fino all’ultimo".