Falso testamento, ammissione degli avvocati

Accusati di aver raggirato un’anziana e l’erede, Scoppa e Monterotti patteggiano e verseranno un risarcimento. In tribunale la ratifica dell’accordo

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di Paola Pagnanelli

Con un patteggiamento e un risarcimento, chiudono i conti con la giustizia i due avvocati civitanovesi accusati di aver raggirato prima un’anziana e poi il figlio, allo scopo di mettere le mani su una ricca eredità. Nel mirino della procura erano finiti Emanuela Scoppa e Claudio Monterotti, indagati dei reati di circonvenzione di incapace e, solo Scoppa, di falso in testamento olografo e falsa attestazione di qualità personali. La storia era iniziata quando Scoppa era entrata in contatto con una civitanovese più che benestante. Le due avevano legato ed era nato un rapporto di fiducia. Quando l’anziana, nel 2020, era morta, erede dei consistenti beni mobili e immobili sarebbe dovuto essere l’unico figlio, ultrasessantenne. Invece, si era scoperto che metà del patrimonio era stato destinato a Emanuela Scoppa in forza di un testamento olografo, attribuito alla defunta. Scoppa si era presentata dal notaio, si era qualificata come erede e aveva subito preso possesso della sua parte di eredità, mettendo in affitto alcuni appartamenti, cambiando chiavi e indicazioni di altri. Ma l’avvocatessa avrebbe coinvolto anche un collega, Monterotti: i due avevano iniziato a frequentare la villa dell’erede, riuscendo a convincerlo a firmare una procura generale affidando loro la gestione del suo patrimonio. Il 60enne aveva nominato Monterotti amministratore di sostegno, in previsione della propria eventuale futura incapacità. A luglio 2020 però,il tribunale aveva nominato un altro amministratore di sostegno al civitanovese. Questi avrebbe notato l’attività dei due avvocati segnalandola alla Guardia di finanza che, con l’operazione chiamata ’Ultime volontà’, aveva messo in luce i raggiri ai danni dell’anziano. Le intercettazioni telefoniche e ambientali avevano svelato le loro manovre, facendo scoprire un testamento apocrifo: Scoppa lo aveva fatto scrivere a sua suocera, perché risultasse la grafia di un’anziana. Ai due professionisti era stato applicato il braccialetto elettronico, affinché non potessero più avvicinarsi all’erede. Sentiti in procura e difesi dagli avvocati Federico Valori e Francesco De Minicis, i due hanno ammesso tutto e si sono messi a disposizione per risarcire i danni. Nei giorni scorsi, i difensori hanno raggiunto un accordo con il sostituto procuratore Vincenzo Carusi: due anni di reclusione per Scoppa, uno e mezzo per Monterotti, entrambi con la sospensione condizionale della pena. I due risarciranno con 40mila euro i danni provocati con la temporanea gestione dei beni immobili, le spese legali e il danno morale causato all’erede raggirato. Il 25 ottobre si terrà l’udienza nella quale il tribunale dovrà ratificare l’accordo raggiunto tra accusa e difesa, e chiudere così la vicenda.