San Severino (Macerata), 17 dicembre 2023 – Le è stato assegnato il Premio Dorico 2023, l’ambito riconoscimento pensato per valorizzare i marchigiani che si stanno distinguendo nel proprio campo di attività, sia in Italia che all’estero.
È la settempedana Federica Cianficconi, da anni residente a Parigi dove lavora come interprete. E non solo nel settore privato. Lei, infatti, è la voce del Presidente della Repubblica negli incontri bilaterali con l’Italia o nei suoi viaggi istituzionali nel nostro Paese. "Le Marche hanno fatto di me una star", dice con modestia. Ma è lei a rendere orgogliosi i suoi concittadini.
Cianficconi, come ha accolto la notizia del conferimento del Premio Dorico?
"Sono rimasta estremamente commossa, non me lo aspettavo. Sono onorata, anche perché il mio, in fondo, è un mestiere dietro le quinte. Sono solo una voce quindi la cosa mi ha particolarmente colpito. Sono davvero grata per il premio, lo sono alla città di San Severino e alle Marche".
Quali sono state le ultime occasioni in cui è venuta in Italia con il presidente Macron?
"Quando è venuto in visita di Stato sia in Italia che in Vaticano, partecipando anche alla Conferenza sulla pace organizzata dalla comunità di Sant’Egidio. Mattarella e Macron fecero dei bellissimi interventi e per me fu un’emozione immensa. La sala era gremitissima, piena di capi di stato, personalità religiose, civili e militari. Si recò poi al Quirinale e anche quello fu un momento molto bello perché i due presidenti si incontrarono sulla torretta, un luogo dove non tutti possono accedere".
Qual è stato il momento più emozionante nella sua carriera, fin ora?
"Quando lavori a questi livelli è impossibile non emozionarsi. Ho ho avuto tante occasioni di incontrare personaggi molto noti come Andrea Bocelli, o Paolo Sorrentino al Festival di Cannes. Devo dire che un momento particolarmente emozionante è stato quando ho tradotto per la tv francese il discorso di Papa Francesco in visita a Marsiglia. Facendo questo mestiere ho uno spaccato del mondo del lavoro e del mondo in generale estremamente ampio".
Quanto lavoro c’è dietro per raggiungere la perfezione?
"Io ho insegnato alla scuola interpreti di Parigi e agli studenti dicevo sempre che la perfezione non esiste. Ogni volta è un esame vero. Io studio, ho continuato a farlo tutta la vita, ad ogni incontro o convegno. Si fa ricerca terminologica, nei convegni medici si studia letteralmente la medicina. Questa è la cosa fondamentale. Quando lavori a certi livelli non si ha diritto all’errore. E si deve interpretare anche quello che non viene detto. Bisogna in un attimo capire il concetto e tradurlo con l’espressione e con il tono adeguati. È un po’ come essere attore. Vanno interpretati anche i silenzi. E poi ci vogliono nervi saldi. Per questo è così impegnativo".