"Fidi alle imprese e rapporti familiari: ecco come si è creata la voragine"

Le pratiche per gruppi che avevano come soci volti noti del mondo politico-economico

"Fidi alle imprese e rapporti familiari:  ecco come si è creata la voragine"

"Fidi alle imprese e rapporti familiari: ecco come si è creata la voragine"

Dal gruppo di Calamante a Daniela Santanché. La sentenza di condanna dei vertici di Banca Marche ripercorre le vicende salienti che hanno creato la voragine, vicende e imprese che girano intorno a Bianconi, alla sua famiglia, ai suoi contatti. Il gruppo Casale De Gennaro, ad esempio, era a rischio default, tutte le banche avevano negato ulteriori fondi, ma Banca Marche concede 100 milioni, con un’istruttoria in due giorni "gestita da Paci, Vallesi e Bianconi". "Bianconi si impegnava ad assicurare alle società del romano un accesso facilitato al credito, e Casale avrebbe riutilizzato parte delle liquidità in investimenti di interesse di Bianconi e in particolare, per pagare la locazione dell’immobile romano di via Archimede, gestito da una società della moglie e della figlia di Bianconi". C’è poi il gruppo di Giovanni Mazzaro Canio, dove "si sono avvicendati, in qualità di amministratori, consiglieri o soci, nominativi di pubblica risonanza nel mondo economico, Franco Briatore (PFarmaceutici Spa), e politico, Daniela Garnero Santanche (presidente Cda Bloera Spa), Paolo Cirino Pomicino (vice presidente Ki Group della quale era presidente Mazzaro Canio). Dal 2011 ritroviamo, con incarichi di consigliere o presidente del cda in società collegate Luca Bianconi, figlio di Massimo". Ampio spazio è dedicato al gruppo Lanari, "la maggiore esposizione di Banca Marche verso un singolo gruppo. Al 31 dicembre 2012 i rapporti ammontavano a quasi 200 milioni di cui circa 124 costituiti da linee di credito garantite da ipoteca e da 67 milioni da prestiti chirografari e aperture di credito in cc. Alcuni soggetti eo imprese facenti capo al gruppo Lanari risultavano esposti nei confronti di Medioleasing (con 9,6 milioni) e Carilo (con 8,3 milioni)". Bianconi assicura che il gruppo è solido e i finanziamenti partono senza garanzie. Per la struttura sull’ex Santa Cristiana furono concessi 30 milioni, e l’hotel era ancora da demolire. Medioleasing aveva invece rapporti con il gruppo Calamante. Nel 2007 Valpotenza ottenne 2,5 milioni per costruire tre capannoni a Montelupone. Il leasing parte prima della perizia, e nulla mai viene costruito. Il finanziamento serviva a dare liquidità alla Calamante, esposta con Bm e Carilo. "Buona parte delle somme erogate a Valpotenza sono state usate per pagare debiti dei soci".