File di 45 minuti per il metano low cost L’ansia dei gestori: "Che fine faremo?"

Code interminabili negli impianti con prezzi sotto ai due euro. Deserti i distributori con listini a tre euro. Gli addetti ai lavori: "Preoccupazione in vista dell’inverno". E gli automobilisti: "Situazione intollerabile"

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di Andrea Scoppa

C’era una volta il metano amico. Le Marche sono da sempre una delle regioni con più auto a metano, una scelta fatta per esigenze di risparmio e magari per inquinare meno, la nostra provincia vantava più impianti di distribuzione di tutta la Calabria ad esempio. Questa estate però ha trasformato il metano nel nemico, un calvario che provoca danni sia morali che economici. L’enorme speculazione – non va dimenticato che il prezzo del metano per auto era già in ascesa prima della guerra in Ucraina, quasi 2 euro lo scorso ottobre – ha fatto schizzare il costo addirittura 3,099 euro al kg nell’area di servizio nella zona industriale di Civitanova. Ma da altre parti è poco più basso, 2,999 in superstrada, 2,899 alla Pieve a Macerata. E c’è stato qualcuno, ultimo caso a Sarrocciano, che ha preferito chiudere piuttosto che fornirlo a prezzi pazzeschi.

Un salasso che sta spingendo molti a guidare a benzina, anche se non tutti possono perché le auto uscite di fabbrica a metano hanno poco serbatoio per la verde. Non solo, dove costa meno (ma sempre il doppio di un anno fa) come 1,900 a Corridonia o 1,999 a Tolentino o Colmurano, ci si fiondano da ogni dove ed esplode lo stress delle file. Allucinanti, circa 45minuti ad esempio a Corridonia. Gli automobilisti sono esasperati, un mix di rabbia e rassegnazione. "La situazione è intollerabile – afferma Paolo Salvucci – a questo punto conviene andare a benzina. Io da Montecosaro sono venuto a Corridonia seguendo l’app con i prezzi più bassi. Immaginavo di trovare gente ma non così tanta. Ho potuto aspettare 45minuti perché sono in ferie, altrimenti…". Sulla stessa linea Roberto Pascucci: "La mia unica fortuna è che faccio poca strada e quindi non ho esigenza di recarmi al distributore più volte la settimana. Però è evidente che andare a metano non ha più né vantaggi né senso, sto pensando all’acquisto di un auto diesel". Leonella Marinozzi, dipendente dell’area di servizio della zona industriale di Civitanova è molto preoccupata per i prossimi mesi: "Non solo non si vedono clienti, ma nel 2022 sono state immatricolate appena 300 auto a metano. La gente non le vuole più. Noi abbiamo timori per il futuro, peggio ancora pensando a quelle che saranno le bollette per il metano domestico". Qualcuno sospetta che i gestori ci stiano marciando dato che, dove il prezzo è più basso, comunque aumenta di poco ogni settimana. Paola Seri, titolare dell’omonima stazione di servizio a Colmurano, però precisa: "Non è così, è che i contratti spesso sono con una parte fissa e una variabile, quindi legata alle quotazioni di Amsterdam dove il prezzo si è impennato. Noi acquistiamo a metri cubi e vendiamo al kg". Anche a Colmurano abbondano le file ma i ricavi in verità non vanno di pari passo, insomma i gestori sono danneggiati pure così: "Abbiamo dovuto chiudere alcuni giorni ad agosto non per ferie, ma perché altrimenti avremmo sforato la quota di metano a disposizione e avremmo subito penali. C’è chi ha eliminato l’orario continuato e capita che il cliente oggi trovi aperto alle 18 e domani alle 17 chiuso, dipende da quanto metano hai o hai dato. Mai abbiamo vissuto una situazione del genere. Temo inoltre che tra poche settimane, quando scadranno i contratti che abbiamo, dovremo applicare gli altissimi prezzi indicizzati e che fine farà la mia azienda?". Draghi per primo aveva proposto il tetto ai prezzi, è una soluzione? "Il governo non ha colpe. L’idea sarebbe utilissima perché questa è una speculazione assurda e il tetto le toglierebbe forza".