Fissata al 23 novembre l’udienza di appello per Innocent Oseghale, il nigeriano condannato per l’omicidio della 18enne Pamela Mastropietro, commesso il 30 gennaio 2018. Il processo si terrà a Perugia, tribunale a cui lo ha rimandato la Corte di cassazione dopo aver accolto, su un punto, il ricorso degli avvocati difensori Simone Matraxia e Umberto Gramenzi. In primo grado a Macerata e in appello ad Ancona, Oseghale era stato condannato all’ergastolo per omicidio, violenza sessuale, occultamento e vilipendio di cadavere. Ma in Cassazione, tra le varie contestazioni, i difensori dell’imputato hanno ritenuto che non ci fossero prove della violenza sessuale, reato che non risultava motivato in maniera coerente e chiara nella sentenza di secondo grado. E questo argomento è stato condiviso dalla corte, che lo scorso 23 febbraio ha rinviato gli atti a Perugia per rimotivare la sentenza e ricalcolare la pena finale per il nigeriano. I giudici di Roma hanno rilevato che in primo grado, a Macerata, la violenza sessuale era legata alla condizione psicologica di Pamela, che aveva assunto una dose di eroina ed era una persona con patologie psichiatriche, dunque era in condizioni di inferiorità psichica. La corte di appello invece aveva motivato la condanna per violenza sessuale con il fatto che la ragazza non avesse fatto usare al nigeriano il preservativo, come faceva sempre, e questa violenza era poi il movente dell’omicidio: Pamela si sarebbe ribellata, e Oseghale l’avrebbe uccisa. Una ricostruzione che per la Cassazione non era dimostrabile. La notizia della necessità di un appello bis era stata un ulteriore dolore per la famiglia, che contava almeno di chiudere un capitolo di una vicenda tanto straziante, e che invece dovrà affrontare ulteriori udienze prima di avere almeno una sentenza definitiva sul quell’atroce delitto. p. p.