di Lucia Gentili
"Dopo venticinque anni dalla morte dell’avvocato Gianfranco Tassoni è stata, finalmente, risolta la questione della sua eredità". Così ieri, in conferenza, il sindaco di Tolentino Mauro Sclavi, affiancato da due componenti del suo staff, Francesca D’Arienzo e David Pela, ha messo la parola fine a una vicenda giudiziaria cominciata dal decesso dell’avvocato-conte, il 23 maggio 1998. Questi, in un testamento olografo del ‘94 aveva scritto di lasciare tutti i suoi averi alla cura degli animali abbandonati, con particolare riguardo per i cani, e al sostegno degli studenti universitari delle Marche. Si costituirono la Fondazione Tassoni-Porcelli, promossa dal Comune, la Fondazione per l’assistenza di animali abbandonati, la Fondazione Servanzi-Collio e interveniva giudizialmente Ilde Manetta, cugina di Tassoni, che lamentava la nullità del testamento. Per un quarto di secolo si sono alternate e intrecciate cause civili, penali e amministrative che hanno visto coinvolti avvocati, curatori, sindaci e che hanno portato all’emissione di provvedimenti cautelari, sentenze di primo, secondo e terzo grado. Per anni le parti non sono riuscite a raggiungere un accordo, si sono sfidate in tutti i gradi di giudizio (fino alla Suprema Corte di Cassazione) e l’insieme dei procedimenti ha portato, nel tempo, all’esclusione dal contenzioso delle altre due fondazioni, rendendo l’erede Manetta l’unico interlocutore della Fondazione Tassoni. Nel frattempo, inevitabilmente, sono state affrontate importanti spese legali senza purtroppo iniziare a perseguire quello che era il volere dell’avvocato-conte. Ora invece, in seguito ad una transazione, c’è stato un accordo "tombale" con la controparte. "La Fondazione (di cui da sempre il sindaco in carica è presidente, ndr) – ha detto Sclavi – esclusivamente grazie a D’Arienzo e Pela, senza l’intervento di nessun altro professionista e quindi a costo zero, ha ottenuto da parte di Manetta la cessione di un appezzamento di terreno (parzialmente edificabile) e di una casa colonica vicino al cimitero, del valore di mezzo milione di euro e dall’ubicazione strategica. Un accordo oggettivamente migliorativo rispetto a quello firmato da chi ci aveva preceduto. E un risultato che nessuno avrebbe mai sperato. I due componenti dello staff hanno analizzato migliaia di pagine e studiato faldoni. Inoltre abbiamo provveduto alla sostituzione del direttore della Fondazione nominato dalla precedente amministrazione: sembrava inopportuno che il direttore della Tassoni-Porcelli fosse allo stesso tempo presidente della Servanzi-Collio con cui esistono ancora alcune questioni collaterali in sospeso. L’operazione ha permesso un risparmio sul compenso del direttore, passato da 30.000 a 10.000 euro annui. Ora la Fondazione, a seguito del nuovo accordo e alla riduzione delle spese, potrà iniziare ad operare secondo le volontà del testatore". "Queste ultime sono state il nostro faro – ha detto la D’Arienzo –. Nove mesi di lavoro nell’esclusivo interesse della Fondazione e della città". "A chi ha ripetutamente criticato i costi sostenuti per l’ufficio di staff (tra l’altro istituito dalla precedente amministrazione) voglio far notare che con questa sola operazione – ha concluso Pela –, il nostro stipendio si è già ripagato per almeno venti anni".